Caso Speciale-Gdf, Vincenzo Visco è indagato
28 Giugno 2007
di redazione
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo, nei confronti del viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco. L’addebito ipotizzato per è tentato abuso di ufficio e presunte minacce nei confronti dell’ex comandante della Guardia di finanza, il generale Roberto Speciale.
A darne conferma nel tardo pomeriggio l’avvocato Guido Calvi, difensore di Visco, al termine dell’interrogatorio in Procura, a Roma, nell’ambito dell’inchiesta sulle pressioni per ottenere lo spostamento di quatto ufficiali dalla sede di Milano.
Il viceministro, che ha lasciato gli uffici della Procura da un’uscita secondaria, non ha rilasciato dichiarazioni. A parlare, invece, è il suo legale: “Dopo le notizie pubblicate dai quotidiani – ha detto Calvi – il ministro ha deciso di presentarsi spontaneamente ai magistrati e ha risposto a tutte le domande in modo esauriente, al punto che la difesa ha formulato un’immediata richiesta di archiviazione del procedimento per totale insussistenza delle ipotesi accusatorie”.
In merito all’accusa di minacce, Calvi ha detto che questa fa riferimento a una “telefonata in cui Visco ha rivendicato i suoi poteri di autorità politica di controllo della condotta di una autorità amministrativa perché siano realizzate le finalità di governo: in particolare, l’impegno nella lotta all’evasione fiscale. Di qui i dubbi e le perplessità circa le condotte di alcuni comandi in Italia che apparivano deboli e non adeguatamente efficienti”. E per quanto concerne l’ipotesi di tentato abuso d’ufficio, il legale di Visco ha precisato che “al ministro non è mai stata data comunicazione della lettera che il procuratore della Repubblica di Milano Minale ha inviato a Speciale e solo quando la stampa ne ha dato notizia c’è stata una telefonata di Visco a Minale e i due hanno deciso di fare un comunicato congiunto circa la necessità graduale di eventuali sostituzioni nei comandi della guardia di finanza di Milano”.
L’interrogatorio è durato due ore e mezzo. L’inchiesta giudiziaria è stata avviata dopo la pubblicazione delle rivelazioni fatte dall’ex comandante generale della Guardia di Finanza, Speciale, all’Avvocatura dello Stato. Il generale, sentito il 15 giugno, avrebbe ribadito agli inquirenti romani di aver ricevuto pressioni da parte del numero due dell’Economia per trasferire i quattro ufficiali delle Fiamme Gialle in servizio a Milano dopo le indiscrezioni sull’affare Unipol.