Caso Tarantini/inchiesta escort: Capigruppo Pdl, contro procura Bari processo Kafkiano
22 Settembre 2011
“Dopo le dichiarazioni dei magistrati titolari dell’inchiesta sul caso Tarantini, che hanno smentito le ricostruzioni delle loro testimonianze, è evidente come nei confronti della Procura di Bari siamo ormai al ‘processo’ di Kafka”. Lo dichiarano in una nota congiunta Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro, capigruppo del PdL di Camera e Senato.
“Mentre da mesi nel nostro Paese vengono tollerati e anzi esaltati abusi e irregolarità di ogni tipo – proseguono -, è stata scatenata una potenza di fuoco, mediatica e non solo, per dipingere come ‘deviata’ una situazione di semplice rispetto delle regole, che ha visto cooperare magistrati appartenenti a correnti diverse e magari anche con differenti idee politiche, secondo i dettami della legge e della procedura penale. Tutto questo dovrebbe essere la normalità, e invece il rispetto delle regole sembra essere diventato un motivo di scandalo e un capo d’imputazione, anche a dispetto dell’evidenza. L’ennesima dimostrazione – affermano ancora i capigruppo PdL -l’abbiamo avuta leggendo i giornali di oggi: in un Paese normale alcuni passaggi del verbale dell’ex pm Scelsi, divulgato ieri con il consueto scientifico tempismo, avrebbero indotto a leggere con una luce diversa tutta questa surreale vicenda”.
“E invece, ancora una volta, tutti i nuovi atti sono stati resi funzionali per ulteriori colate di fango a tutta pagina. Tanta acrimonia la si può comprendere solo se si considera cos’era la Procura di Bari fino a due anni fa: una Procura che ha insabbiato per anni quelle stesse inchieste per le quali oggi si vorrebbe crocifiggere gli attuali titolari con la stupefacente accusa di averle rallentate; una Procura che mentre perseguiva con straordinaria solerzia Raffaele Fitto ha garantito una lunga impunità ad Alberto Tedesco nonostante le evidenze già presenti negli atti; una Procura che ha accolto il suo nuovo capo squadernando su un quotidiano i verbali secretati del caso Tarantini; una Procura che è stata incredibile fucina di carriere politiche, perché non c’è niente di strano se un magistrato decide di cambiar vita, ma diventa patologico se dallo stesso ufficio giudiziario sono almeno in cinque a saltare lo steccato, e tutti verso sinistra, magari dopo aver gestito fascicoli politicamente sensibili. Il sinistro scalpitare di queste settimane contro l’attuale Procura di Bari somiglia tanto allo strepito dei figli viziati abituati a fare e disfare, ai quali un nuovo sistema fondato sulla responsabilità e sul rispetto delle regole impedisce di assecondare i vizi di un tempo.
“O forse – concludono Cicchitto, Gasparri, Quagliariello e Corsaro – qualcuno, pensando che chi mena per primo mena due volte, sta mettendo le mani avanti per il timore che prima o poi le tessere del ‘puzzle Tarantini’ vadano tutte al posto giusto”.