Caso Toti: se i fan dell’eutanasia “scoprono” il valore della vita fragile

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Caso Toti: se i fan dell’eutanasia “scoprono” il valore della vita fragile

01 Novembre 2020

E’ incredibile come la provvidenza sappia scrivere dritto sulle nostre righe storte. Come nei momenti più bui le persone possano rivedere le proprie più granitiche posizioni e “convertirsi”. Come anche un errore umano possa produrre veri e propri miracoli.

E’ il caso del tweet di Giovanni Toti sul Covid e gli anziani: assurda estrapolazione da parte dello staff (e oggetto di immediate scuse da parte del presidente della Liguria) di un pensiero di tutt’altro segno – articolato in un lungo post su Facebook – circa la necessità di non fermare il Paese preoccupandosi però di tutelare le fasce deboli più colpite dalle conseguenze del virus (sul “come”, ovviamente, le opinioni possono essere diverse).

Più che sul tweet, sulle insidie dei social e sui limiti della politica in 280 caratteri, però, vorremmo in questa sede soffermarci sul prodigio che questo brutto incidente ha determinato.

Improvvisamente infatti, nel mondo politico e dei media, i più accaniti sostenitori dell’eutanasia, del suicidio assistito, della soppressione dei disabili gravi anche inconsapevoli in nome del loro presunto “migliore interesse”, hanno scoperto il valore delle vite fragili. Improvvisamente, anche le esistenze non performanti sono diventate degne di essere vissute. Improvvisamente, anche chi plaude all’aborto eugenetico (si vedano i commenti nostrani sulle manifestazioni di questi giorni in Polonia) si accorge che in questo mondo vale comunque la pena starci, anche se non si è al massimo delle proprie potenzialità fisiche.

Ci voleva lo scivolone dello staff di un avversario politico per cancellare nel giro di un tweet – è proprio il caso di dirlo – anni di discesa lungo un piano inclinato che a livello internazionale ha portato dalla morte agevolata come presunto gesto “pietoso” in presenza di indicibili sofferenze, al suicidio assistito di minorenni depressi o all’eutanasia di anziani (neanche troppo) stanchi di vivere.

Sarebbe fin troppo facile ricordare a queste novelle vestali della centralità della persona vulnerabile che, mentre molti di loro si schieravano dalla parte delle autorità britanniche decise a interromperne l’esistenza in nome di un suo asserito “best interest”, la Liguria di Giovanni Toti accoglieva all’ospedale Gaslini di Genova la piccola Tafida Raqeeb garantendole le cure. Ma non vogliamo buttarla in politica, anche se è proprio la quintessenza della strumentalità politicante ad aver trasformato i teoreti della “vita non degna di essere vissuta” in autoproclamati custodi della fragilità umana.

La prendiamo comunque come una buona notizia. Sperando che duri fino al prossimo disabile che in qualche angolo di mondo i fan della “buona morte” vorranno sopprimere per sentenza.