Caso Uva, pm chiede assoluzione agenti: “Nessuna illegalità”

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Caso Uva, pm chiede assoluzione agenti: “Nessuna illegalità”

15 Gennaio 2016

Caso Uva. Il procuratore di Varese, Daniela Borgonovo, chiede l’assoluzione dei due carabinieri e di sei poliziotti implicati nel caso della morte dell’operaio perché “il fatto non sussiste”. “Non ci sono prove di illegalità”, insomma, le forze dell’ordine fecero il loro dovere. "I testimoni che hanno riferito di percosse,” ha spiegato il magistrato, “hanno ritrattato o sono stati smentiti dai fatti".

 

Il gup di Varese aveva rinviato a giudizio sei poliziotti e un militare in relazione alla morte dell’operaio 43enne con l’accusa di omicidio preterintenzionale, abbandono di incapace, arresto illegale e abuso di autorità, ma il pm di Varese rovescia le accuse: "Le cause della morte sono probabilmente riconducibili ai sedativi somministrati a Uva durante il Tso all’ospedale Circolo, sedativi che sono entrati in sinergia con la grande quantità di alcol rintracciata nel corpo di Uva che peraltro soffriva di una grave patologia al cuore".

 

Il suo decesso è stato dunque provocato da una "fibrillazione ventricolare e da altri fattori scatenanti: lo stato di agitazione e stress psicofisico di Uva e l’elevata quantità di alcol rintracciata nel suo sangue". Ma di certo la morte di Uva non è riconducibile a percosse o lesioni. Questo è un dato pacifico". "Il pm ha fatto un’analisi molto dettagliata della vicenda,” commenta l’avvocato che difende uno degli agenti imputati nel processo per la morte di Uva dopo le parole della Borgonovo. “Speriamo che la Corte d’Assise non si faccia condizionare dalla politica o dai media, cosa che sembra sia già accaduto in questo caso”.  Il processo ricomincia il 29 gennaio con gli interventi degli avvocati di parte civile e dei familiari dell’operaio.