Cassazione. Maestra multata per aver dato della “bestia” a un alunno

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Cassazione. Maestra multata per aver dato della “bestia” a un alunno

02 Marzo 2009

Dovrà pagare 1.500 euro di multa una maestra di Catanzaro condannata dalla Cassazione per aver apostrofato con il termine "bestia" un suo alunno. La Suprema Corte, infatti, ha respinto il ricorso della maestra di 42 anni che era stata condannata in appello contro la condanna dal tribunale di Catanzaro un anno fa.

L’insegnante inoltre aveva invitato il bambino a farsi vedere da uno psicologo dopo che aveva portato in classe alcune armi improprie, tra cui una catena metallica. Inoltre la Cassazione è stata condannata a risarcire i danni morali (la cui entità non è riportata in sentenza) all’allievo Cristian C. per averlo diffamato.

Ma non è l’unica sentenza eclatante: l’alta Corte ha anche condannato una maestra pugliese, Grazia Maria D., di 60 anni, con una multa di mille euro per "abuso dei mezzi di correzione" per aver colpito in testa, con una squadra in plastica, un allievo per punirlo di un errore commesso nel compito in classe di geometria.

Anche in questo caso la Cassazione ha infatti bocciato il reclamo presentato dall’insegnante contro la sentenza di condanna emessa a suo carico dalla Corte di Appello di Bari nel maggio 2008. Anche in primo grado la docente era stata multata dal Tribunale di Foggia che ne aveva dichiarato la responsabilità penale.

Senza successo la donna ha protestato in Cassazione chiedendo che non fosse dato credito alla testimonianza dell’alunno Martino D., che, a causa del "colpo" di squadra, si era fatto una ferita in testa con prognosi di due giorni per la guarigione. I supremi giudici hanno replicato che la testimonianza del ragazzino è "coerente e circostanziata e non ispirata da acrimonia verso l’imputata". Oltre alla parola di Martino, la Cassazione ha ricordato che altri compagni di classe del minore aveva testimoniato di aver visto la maestra colpire l’allievo.