Catalogna indipendente, se la Spagna scoppia sarà colpa di Puigdemont

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Catalogna indipendente, se la Spagna scoppia sarà colpa di Puigdemont

27 Ottobre 2017

Venerdì pomeriggio, il Parlamento catalano ha fatto lo strappo definitivo da Madrid, votando la proclamazione della Repubblica, “stato indipendente e sovrano”, e la secessione dalla Spagna. Voto “storico” secondo gli  indipendentisti, “un atto fuori dalla legge e criminale” per il premier spagnolo Mariano Rajoy. Il parlamento di Madrid nello stesso tempo ha dato pieni poteri al premier conservatore, appoggiato anche dalle altre principali forze politiche, per riprendere le redini della regione ribelle. Così, il governo spagnolo ha destituito il presidente catalano Puigdemont, il vicepresidente e tutto il governo catalano, ordinando la limitazione dei poteri del Parlamento di Barcellona. Madrid è anche pronta a prendere il controllo della polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, e al commissariamento dell’amministrazione pubblica e del fisco. La tv pubblica catalana per ora resta ‘libera’. Convocate infine nuove elezioni da qui a sei mesi. Puigdemont ha invitato il popolo catalano a difendere la Repubblica “in maniera pacifica e civile” ma il rischio adesso è che scatti la violenza e lo scenario delle prossime ore è imprevedibile. Il risultato del voto per l’indipendenza – 70 sì e 10 no – ha suscitato un boato di gioia fra gli indipendentisti catalanti davanti al Parlamento. Dentro, i deputati secessionisti si sono abbracciati cantando l’inno di Els Seagadors.

Detto questo però e ripensando alla reazione di Madrid bisogna chiedersi quale sia l’interesse che muove le classi dirigenti catalane in questa folle escalation dagli esiti pericolosissimi. E certo non si può accusare Rajoy di essere un reazionario se il premier spagnolo si limata a cercare di tenere insieme il Paese e non sembra che fino adesso abbia abusato dei suoi poteri. Non è chiaro del resto quale vantaggio avrà il governo della Catalogna da questa indipendenza, visto che praticamente nessuno lo riconosce e la Ue e gli Usa sostengono Madrid (il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha invitato comunque la Spagna a non usare la forza). L’impressione è che Puigdemont e i suoi ministri si stiano giocando il tutto per tutto e che vogliano radicalizzare e drammatizzare la crisi – come reagiranno alla formalizzazione della loro destituzione, che avverrà probabilmente domani ?– per uno stretto calcolo politico (ed elettorale). Salvare la faccia, insomma, sapendo che non potranno mai farcela. Cosa dobbiamo aspettarci? Che Puigdemont e i suoi si trincerino nel parlamento usando il popolo catalano come scudo umano? Oppure formeranno un governo ombra? E che cosa può succedere nelle piazze? Per non essere costretti alla resa, i politici catalani continuano a soffiare sul fuoco, sperando magari in una nuova ondata di immagini televisive come quelle di inizio ottobre, che indignarono molti a livello internazionale ma che poi si è scoperto erano in parte “violenze” costruite, qualcuno dice a tavolino per delegittimare Rajoy.

Sempre che non si arrivi a una incriminazione per “ribellione” di Puigdemont e all’arresto del leader catalano. Mossa che vista la spregiudicatezza della leadership catalana potrebbe anche essere auspicabile per quest’ultima facendo definitivamente scattare la miccia al detonatore. “Lo Stato ha misure sufficienti per recuperare in modo pacifico la normalità” in Catalogna, ha annunciato in serata Rajoy. Ma il calcolo politico dei leader catalani, che rischia di rivelarsi suicida, prevale su ogni altra motivazione di questa indipendenza. Si era detto che la Catalogna voleva separarsi da Madrid perché così avrebbe valorizzato la sua florida economia ma poi si è scoperto che invece questo pezzo, isolato, della Spagna resterebbe escluso dalla comunità internazionale. E così, ancora una volta, comprendiamo che la storia non si fa solo con le ragioni economiche e materiali, ma è anche fatta di scelte politiche (sbagliate), tipo brandire come una mazza i propri ideali, atteggiarsi a eroi e liberatori della patria, solo per salvarsi la reputazione. Altre volte nella storia recente, tutto questoi ha avuto conseguenze disastrose sulla storia europea.