Centro Italia, ricostruzione post terremoto al palo e territori in ginocchio: “Vivere così è difficile”

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Centro Italia, ricostruzione post terremoto al palo e territori in ginocchio: “Vivere così è difficile”

Le promesse da parte di Lega e 5 Stelle alla vigilia del voto dello scorso marzo non mancarono. Promesse di ricostruzione celere, di no tax area, di sburocratizzazione e di coinvolgimento dei cittadini. Promesse che portarono i cittadini delle zone terremotate del Centro Italia a consegnare le loro speranze (e i loro voti) nelle mani di Salvini e Di Maio. Oggi, a nove mesi di distanza, la delusione dettata dalla mancanza di risposte è tanta e quella che si respira nella zona del cratere è una sensazione di tradimento. A tracciare il quadro della situazione è Francesco Pastorella, coordinatore dei Comitati Terremoto Centro Italia.

Pastorella, cosa era stato promesso da Movimento 5 Stelle e Lega ai terremotati e cosa, ad oggi, è stato fatto?

“Le promesse sono state messe nero su bianco dagli stessi Salvini e Di Maio che risposero ai 10 quesiti posti proprio dal nostro coordinamento. Dal punto di vista normativo, degli sgravi fiscali, della no tax aerea, dei controlli, degli incentivi per il lavoro, dei finanziamenti Salvini e Di Maio spesero parole chiare, così come sui fondi delle donazioni, sul turismo e sull’aiuto anche psicologico alle persone che vivono nel cratere. Si parlò di zona franca territoriale, di sburocratizzazione e di incentivi al turismo puntando sull’ascolto del territorio ed inserendo i cittadini nelle cabine di regia. Ebbene nulla è stato fatto. Ad oggi quelle promesse che tanto consenso portarono a Lega e 5 Stelle sono rimaste sulla carta. Ricordiamo che le attuale forze di Governo nelle zone del terremoto ottennero a marzo percentuali bulgare, frutto proprio delle speranze riposte nelle parole dei due leader”.

In questi giorni sono state pubblicate da diversi media foto di Amatrice innevata ma risalenti all’immediato post terremoto, contrapposte alla propaganda contro i migranti. Un pretesto per fare polemica, davvero servono queste false notizie?

“Purtroppo, lo ripeto, non abbiamo bisogno di foto vecchie per dimostrare la desertificazione del nostro territorio e quella operazione strumentale di contrapposizione tra politiche nazionali e interventi locali va rigettata. Noi non siamo contro questa maggioranza di Governo, ma chiediamo solamente che le promesse fatte ai terremotati vengano rispettate e su queste risposte misuriamo la nostra fiducia nell’attuale esecutivo. Contestiamo dunque qualsiasi cappello politico, in particolare quello della Regione Marche guidata dal Pd che si è permessa di bloccare l’ufficio ricostruzione per ragioni politiche. E’ vero che il Governo non sta facendo nulla ma i cittadini non si fanno di certo tirare la giaccia da chi ha governato male sinora”. 

Che cosa deve affrontare chi oggi vive nelle zone del cratere del Centro Italia?

“Chi continua a vivere nelle zone del terremoto deve fare i conti con una realtà imbalsamata e che si avvia tristemente alla desertificazione. Deve fare i conti con un commissario alla ricostruzione, il geologo Farabollini, che non risponde a nessuno, nemmeno ai sindaci che gli telefonano, che non incontra i cittadini e che paradossalmente fa rimpiangere le scelte sbagliate di Errani e della De Micheli. Deve fare i conti con 12mila posti di lavoro perduti e sull’assenza di strategie per coinvolgere i terremotati nella ricostruzione, magari concedendo sgravi fiscali alle aziende che assumono lavoratori del territorio. Deve fare i conti con artigiani spariti e tradizioni, un tempo fiore all’occhiello del Paese intero, scomparse. Con Sae (soluzioni abitative in emergenza) in condizioni disastrose, con il 50% di macerie ancora sul terreno e con appena il 10% di pratiche di ricostruzione avviate. I contributi alla delocalizzazione non sono pervenuti, la ricostruzione pubblica non è mai partita e la viabilità non è stata ripristinata. Vivere in un territorio così è difficile: i giovani vanno all’estero, aumenta l’uso di ansiolitici negli anziani, cresce il tasso di mortalità e quello di natalità è diminuito del 15%”.

Che speranza resta?

“Resta la speranza che il Governo mantenga le promesse fatte in campagna elettorale dai due partiti che lo sorreggono: su reddito di cittadinanza, quota 100 e altre promesse qualcosa si sta facendo, per i terremotati del centro Italia nulla. Nemmeno un progetto di intervento”.