Centrodestra: si vince con i moderati e quando la Lega fa un passo indietro
01 Giugno 2015
Per adesso si possono elencare alcuni punti fermi sul risultato di queste elezioni Regionali. Punto primo, la spinta innovativa di Matteo Renzi si ferma e a mettersi di traverso stavolta sono stati gli elettori, non i gufi.
Al di là del bilancio sulle Regioni e per quanto il segretario del Pd si sia giustificato attribuendo la sconfitta in Liguria alle spaccature interne al suo partito, bisogna dire che la candidata democratica in Liguria, Raffaella Paita, è andata assai male. In Campania De Luca vince (ma non stravince) e ci riesce nella bailamme dell’ineleggibilità e sotto il tiro dell’antimafia. Un’altra faida interna al Pd, insomma. Renzi si ferma e qualche considerazione dovrebbe pur farla.
Punto secondo. Il Movimento 5 Stelle si consolida in un tipo di elezioni dove non aveva mai vinto, dove fino adesso si era sempre presentato con candidati sconosciuti che non prendevano un voto. Stavolta il carisma di Grillo aveva un peso relativo rispetto al voto nazionale eppure, nonostante questo, M5S diventa un’opzione possibile, al di là dello stesso Beppe.
Punto terzo, l’area moderata si mostra competitiva e vince dove riesce a unirsi e dove la Lega fa un passo indietro. Non in Veneto, che era e resta leghista e dove la vittoria di Zaia era data per scontata. Ma i moderati s’impongono in Liguria con Toti e sfiorano la vittoria in Umbria con il sindaco, cattolico, di Assisi Claudio Ricci. La “swinging Umbria” si è trasformata nella vera sorpresa della notte elettorale. Sconosciuto al grande pubblico, Ricci per poco non ha strappato un risultato che secondo osservatori di rango sarebbe stato storico.
Punto quarto: la disaffezione al voto continua ad essere un fenomeno preoccupante e, va detto, colpisce soprattutto il centrodestra. C’è qualcosa che non funziona nel rapporto tra l’elettorato e l’area moderata e anche questo sarà un importante argomento sul quale tornare.
Quinto e ultimo punto che riguarda noi di Area Popolare. In una situazione così difficile e frastagliata come quella che abbiamo descritto, Ncd-AP – un partito nato poco più di un anno fa, senza grandi mezzi, sottoposto a continui attacchi bilaterali – conferma ancora una volta la sua esistenza, le sue possibilità, occupando uno spazio essenziale nel panorama politico italiano.
Ci siamo e non molliamo, portando a casa alcuni risultati che vanno molto al di là delle aspettative. Abbiamo detto di Ricci in Umbria. In Puglia il nostro candidato, Francesco Schittulli, ottiene un riscontro lusinghiero dagli elettori, oltre il 18 per cento su base regionale (mentre si contano ancora le schede…), il 20 per cento a Bari e provincia o nel combattutissimo Salento, aree dove Schittulli riesce a ‘doppiare’ la destra concorrente della Poli Bortone.
Più in generale i candidati presidente del centrodestra non estremista, Ricci, Schittulli, Spacca, Tosi, sono tutti abbondantemente in doppia cifra. Detto ciò, rimandiamo i nostri lettori ad analisi più specifiche sul voto di ieri che faremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni.