Cernobbio, Renzi scarica il referendum: “Se vince No non è fine del mondo”
03 Settembre 2016
Al Forum Ambrosetti di Cernobbio – riferisce l’Huffington – c’è maretta tra gli industriali e il presidente del consiglio Renzi. Con i primi che chiedono tempi brevi per la ricostruzione post terremoto e il premier che difende “Casa Italia”, il piano per mettere in sicurezza, non solo sismica, l’Italia. Per gli industriali la ricostruzione non può durare decenni, “perché non ce la possiamo permettere, servono interventi subito”. Per Renzi “i risultati di Casa Italia si vedranno nel corso degli anni e non porteranno consenso elettorale”. Di mezzo, come al solito, il referendum costituzionale.
“Se passa il no,” dice Renzi, con un’altra giravolta, l’ennesima, a cui il premier ci ha abituato sulla consultazione popolare, “non c’è l’invasione delle cavallette, non c’è la fine del mondo: resta tutto così”. Insomma, nuova retromarcia: dopo aver personalizzato il referendum, se perdo vado a caso, ora Renzi lancia il messaggio se perdo resta tutto come prima, si andrà a votare a fine legislatura. E’ la strategia del basso profilo che il premier aveva già intrapreso nelle scorse settimane, dopo la batosta del Pd alle amministrative.
Così a Cernobbio Renzi prova a rassicurare investitori e mercati alla vigilia di una fase delicata per l’Italia, tra legge di stabilità e la battaglia politica per il referendum. La propaganda demagogica del premier è sempre uguale, “se vince il Sì, meno poltrone e stipendi ai politici, meno poteri alle Regioni”, che vuol dire un colpo mortale alle autonomie, stravolgere l’impianto costituzionale fondato sulla sussidiarietà, ma soprattutto pensare che pochi risparmi, se ci saranno, possano davvero cambiare l’Italia (in ogni caso se il problema era risparmiare c’era bisogno di modificare la Costituzione? Non sarebbe bastata una legge ordinaria?).
“Se vince il no, in Italia non cambia niente ma io sono molto convinto che vincera’ il Si'”, ripete Renzi nel suo intervento in platea. Ma al forum Ambrosetti si chiedono che farà il premier se perdesse. “Non ne parlo più, so perfettamente cosa farò ma non lo ripeterò”, frase sibillina vista la mutevolezza di interpretazioni di Renzi sul referendum: andrà a casa o resterà aggrappato alla poltrona? “Per Renzi con la vittoria del No non è la fine del mondo. Traduzione: ha capito che perde e non si dimette più”, dice il deputato di Sinistra Italiana, Alfredo D’Attorre.
Torna a farsi sentire anche Pier Luigi Bersani che nega il rapporto tra referendum e durata del governo. Ma alza il tiro sulle intenzioni della minoranza: “Se si prende una strada sbagliata sul tema della democrazia, non si sa dove si va a finire. I senatori devono essere eletti e l’Italicum va cambiato. Altrimenti non sono disposto ad appoggiare la riforma”. A buon intenditor poche parole.