Ceta, arriva la firma sul trattato commerciale

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Ceta, arriva la firma sul trattato commerciale

30 Ottobre 2016

Il premier canadese Justin Trudeau, i presidenti del Consiglio e della Commissione Ue Donald Tusk e Jean Claude Juncker, ed il premier slovacco Robert Fico, alla presidenza di turno del Consiglio europeo, hanno firmato l’accordo di libero scambio Ceta e l’intesa politica strategica Spa. I negoziati per arrivare alla firma del Ceta sono durati sette anni.

Dopo la grande paura di non riuscire ad arrivare a mettere un punto fermo, è arrivata la sigla in calce al trattato commerciale tra Ue e Canada noto come Ceta

A fermare qualche giorno fa l’intesa erano stati i Valloni, contrari al trattato. Dopo un’estenuante trattativa, però, i francofoni hanno fatto retromarcia convinti della promesse del premier belga Charles Michel. Il Ceta deve ora tornare alla ratifica del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, ma che le trappole possano sempre essere dietro l’angolo è chiaro: sono “cautamente ottimista”, si è limitato a dire oggi Tusk. 

La firma permette intanto  l’avvio di ratifica dei parlamenti degli Stati membri dell’Ue. Solo una volta completati tutti gli iter di ratifica il Ceta potrà essere in vigore. E’ prevista tuttavia l’applicazione provvisoria, dopo che i ministri dei Ventotto daranno il loro assenso e dopo che lo avrà dato anche la Plenaria del Parlamento europeo, probabilmente il prossimo gennaio (sessione del 16-19 gennaio).

Di “accordo storico”, che porterà benefici alle economie dei Paesi coinvolti, ha parlato il canadese Trudeau, aggiungendo che i “legami che ci uniscono vanno al di là della cooperazione economica”. 

Non sono mancate, però, le proteste davanti alla sede del Consiglio europeo, contro la firma dell’accordo sul libero scambio: alcuni manifestanti hanno cercato di rompere le barriere della polizia e di entrare nell’edificio. Gli oppositori della Ceta, vestiti con tute bianche, hanno lanciato vernice contro le forze di sicurezza e una di decina di loro sono riusciti ad avvicinarsi all’ingresso dove sono stati bloccati da agenti e militari.