Ceta, Vallonia dice NO ad accordo libero scambio tra Canada e Ue

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Ceta, Vallonia dice NO ad accordo libero scambio tra Canada e Ue

22 Ottobre 2016

Il Canada abbandona i negoziati per il Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio con l’Unione Europea. Per il governo canadese non è più ammissibile che la regione della Vallonia, in Belgio, con i suoi tre milioni e mezzo di abitanti, possa tenere in ostaggio il negoziato europeo che va avanti da sette anni.

Chrystia Freeland, ministro canadese del commercio, trattiene le lacrime e fa capire che il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Canada e Ue considerato da Bruxelles una sorta di fiore all’ occhiello della sua politica commerciale, sta per essere archiviato. Nonostante le ultime convulse ore di discussioni e il riconoscimento di “progressi sostanziali”, il ministro-presidente della Vallonia Paul Magnette ha continuato ad opporsi al via libera al Ceta, lasciando però ancora una volta la porta aperta.

“E’ solo un’interruzione, deve essere sempre possibile trovare un accordo”, ha detto Magnette, imputando la colpa al poco tempo e scaricando la palla sulla Commissione Ue, decisa con tutte le sue forze a non mollare e fiduciosa in un’intesa, nonostante tutto. Occorre il “massimo impegno per salvare” l’accordo, fa sapere il ministro allo sviluppo economico italiano, Carlo Calenda, altrimenti sarà “la fine della politica commerciale” Ue. Il no vallone implica automaticamente il veto del Belgio, dove intese come la Ceta devono ottenere il via libera di tutte e sette le istituzioni del paese, a livello federale, regionale e di comunità linguistica.

La Vallonia non ha mai ammorbidito la propria posizione, nonostante l’intervento diretto di Commissione Ue e del governo canadese. Nella vicenda, pesano le contrapposizioni politiche interne al Belgio. La guida della regione Vallonia, infatti, è socialista mentre il governo belga è liberale. Non solo, dentro il Partito socialista vallone è guerra aperta tra l’ex premier Elio Di Rupo e quello della regione, Magnette, che punta alla guida dei socialisti e al governo federale.

“Sono davvero molto molto triste, e l’unica cosa positiva è che domattina sarò a  casa dai miei tre figli”, ha detto la ministra canadese. “Sembra evidente che l’Ue non è in grado ora di avere un accordo internazionale, nemmeno con un Paese che ha dei valori così europei come il Canada, nemmeno con un Paese così gentile, così paziente”, e che ora è “deluso”, ha ammonito.

Bruxelles non si rassegna e assicura che “non è la fine” dell’accordo, rifiutandosi per ora di parlare di cancellazione del vertice Ue-Canada previsto giovedi’ per la firma ufficiale del Ceta. “Speriamo ancora di trovare una soluzione per firmare”, ha detto la commissaria al commercio Cecilia Malmstroe. Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e la cancelliera tedesca Angela Merkel si erano detti “ottimisti” sull’ok all’accordo. Poi la doccia fredda.

“E’ vero, noi siamo piccoli. Ma altri sette Stati dell’Unione Europea sono piu’ piccoli di noi. E parliamoci chiaro, qui non sono la taglia, le dimensioni, che contano, ma la forza e il valore della sovranità parlamentare, cioè di qualsiasi Parlamento in qualsiasi Paese. E’ meglio che ogni Parlamento esamini e discuta un trattato economico internazionale prima, piuttosto che dopo la sua entrata in vigore”, ha detto il presidente della Vallonia Paul Magnette in un’intervista al Corriere della Sera. Circa 6000 persone sono scese in piazza ad Amsterdam per manifestare il proprio sostegno alla Vallonia.