Cfs. Sequestrate 100mila tonnellate di rifiuti pericolosi
12 Maggio 2009
di redazione
Centomila tonnellate di rifiuti pericolosi sono state sequestrate dal Corpo forestale dello Stato (Cfs) nella frazione Lazzaro di Motta San Giovanni (Reggio Calabria), nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di 10 persone. I rifiuti provenivano dall’attività di una centrale termoelettrica dell’Enel in Puglia ed erano stati depositati in una cava di materiale argilloso utilizzata da un’industria di Laterizi. Alle indagini che hanno portato agli arresti e all’individuazione della cava in cui venivano depositati i rifiuti pericolosi ha collaborato l’Aisi, l’ex Sisde, che ha fornito supporto informativo al Corpo forestale.
Ci sono anche alcuni dipendenti dell’Enel tra le 10 persone arrestate dal Cfs. I dipendenti arrestati erano addetti alla gestione della centrale termoelettrica in Puglia, la cui attività produceva residui fangosi pericolosi che venivano trasportati e occultati illecitamente a Motta San Giovanni. Nell’operazione sono coinvolti anche i dipendenti delle ditte che provvedevano al trasporto dei rifiuti pericolosi dalla Puglia a Motta San Giovanni e i titolari dell’industria di laterizi che li avrebbe utilizzati.
L’Enel, da parte sua, ha offerto la "piena collaborazione alla magistratura" fin dal 2007 e ha avviato un’inchiesta interna. Lo rende noto la stessa Enel in un comunicato diffuso in seguito al sequestro di 100 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e agli arresti decisi dal gip di Reggio Calabria nel quadro dell’inchiesta della procura reggina su un traffico di rifiuti.