Cgia, le banche italiane hanno commissioni alle stelle rispetto alle colleghe europee
02 Ottobre 2016
La Cgia di Mestre tocca un nervo scoperto: le banche italiane al top in Europa nel tartassare i clienti, con le commissioni nette che valgono ben il 36,5% dei ricavi totali. La nostre banche già applicano commissioni esose ed è probabile che debbano rincarare ulteriormente stando ai segnali provenienti da Francoforte. C’è stata, infatti, quasi un’esortazione a rifarsi sulle commissioni dei minori margini dovuti ai tassi d’interesse ridotti al lumicino dalla politica monetaria.
La Cgia ha rilevato che i ricavi netti derivanti dalle commissioni bancarie hanno sfiorato i 30 miliardi di euro, quasi 5 miliardi in più rispetto al 2008, frutto di un’escalation negli ultimi 7 anni (2008-2015) relativa alla crescita dei costi dei conti correnti, delle carte di credito e degli altri servizi bancari.
Un’impennata davvero senza pari in Europa. Stiamo parlando di rincari del 20% contro l’11,5% del Regno Unito, l’11,1% della Francia o, addirittura, il calo in Germania (-4,6%) e Belgio (-7%) e soprattutto Paesi Bassi (-27%). Il 36,5% di incidenza delle commissioni allo sportello sui ricavi si raffronta al 32,9% della Francia, mentre in Austria sono al 27,5%, in Germania al 26,2% e nei Paesi Bassi al 17%. Rincara la dose l’Adusbef, secondo cui il sistema bancario italiano è “fra i meno concorrenziali e dai più alti costi dei conti correnti” in Europa, con 318 euro in media “contro i 114 euro delle banche europee”.
E il Codacons ha annunciato un’offensiva contro la “tassa sui salvataggi bancari introdotta da alcuni istituti di credito per rientrare dei costi del Fondo nazionale di risoluzione”.
Secondo i dati della Cgia, dall’inizio della crisi (2008) al 2015 i ricavi netti delle banche italiane da operazioni di prestito sono diminuiti di 13 miliardi (-25,3%), facendo mancare liquidità a cittadini ed imprese. Ma l’incasso relativo alle commissioni nette è aumentato di 4,9 miliardi (+20%) e quello relativo alla voce altri ricavi netti (costituito prevalentemente da attività assicurative o di negoziazione di titoli, valute e strumenti di capitale) è salito di 11 miliardi.
L’Ufficio studi della Cgia tramite Paolo Zabeo ci ha tenuto a sottolineare: “se teniamo conto che con la crisi economica sono cresciute a dismisura le sofferenze in capo alla clientela e la contrazione dei tassi di interesse ha ridotto ai minimi termini i margini di redditività delle nostre banche, queste ultime, appesantite da costi fissi ancora troppo elevati hanno ritenuto più conveniente ridurre gli impieghi, e quindi i rischi, e aumentare i ricavi dalle commissioni sui conti correnti, sui servizi bancomat/carte di credito, i servizi di incasso/pagamento e dalle attività extra creditizie, come la vendita di titoli, valute e strumenti di capitale”.