Charlton Heston, l’ultimo erede di Lincoln

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Charlton Heston, l’ultimo erede di Lincoln

20 Aprile 2008

Aveva militato nel Movimento per
i diritti civili durante gli anni Sessanta combattendo la segregazione a fianco
del Reverendo King. È morto a 84 anni. Era un patriota americano. C’era qualcosa di Abramo Lincoln
nel vecchio Charlton Heston. L’aria severa e risoluta unita a un’ardente passione per la
libertà. Nel XIX secolo Lincoln decise di intraprendere una sanguinosa guerra
civile contro lo schiavismo – ‘la prima guerra moderna’ – diventando il simbolo
degli Stati Uniti. Il Mosè di Heston ha avuto la stessa potenza iconica sulla
psiche degli americani, raccontando un’altra storia di schiavitù e di liberazione,
emancipazione e autodeterminazione. “Per il suo popolo – disse Charlton – il
Reverendo King è stato il Mosè del XX secolo”. 

Ma Heston è stato anche il
presidente della National Rifle
Association
, la potente e temuta lobby che in America dà voce ai
proprietari di armi. Per tanti cittadini possedere una Colt è un diritto
sacrosanto, garantito dalla Costituzione e dal Bill of Rights. Come risolvere
il paradosso di questo attivista armato dei diritti civili? “Jess Jackson e Louie
Farrakhan sanno che ho combattuto la loro stessa guerra culturale – disse una
volta al gala della Free Congress Foundation – sono stato uno dei primi soldati
bianchi nel movimento dei diritti civili, molto prima che affascinasse
Hollywood, credetemi. Ne sono fiero. Come presidente della NRA sto combattendo
la stessa battaglia”.

Nel ’68, dopo l’assassinio di Bon
Kennedy, era stato favorevole al Gun Control Act (“ero giovane e stupido” ha
detto a Time Magazine), ma durante la rivoluzione reaganiana divenne il
paladino del movimento “pro-gun” interno al partito repubblicano. Si presentò alla
convention della NRA per il nuovo millennio agitando un vecchio fucile a pietra
focaia sulla testa. Sembrava un Davy Crockett in smoking. Sfidò il democratico
Al Gore a strappare il Secondo Emendamento dalle “mie fredde e vecchie mani
morenti”. Le idee di Heston hanno sempre turbato la gilda liberal che
spadroneggia a Hollywood. Sputtanarlo è stata una missione per Michael Moore,
premio Oscar nel 2002 per il documentario “Bowling for Columbine”. Heston si
era dimostrato gentile con Moore, invitandolo nella sua villa di Beverly Hills
a parlare di ragazzini che sparano nelle scuole e della libertà di portare armi.
Moore l’ha ringraziato dipingendolo come un neonazista.

George Clooney è stato più
villano. Ha detto che la svolta conservatrice di Heston probabilmente era una
conseguenza del suo Alzheimer. Quando gli hanno chiesto delle scuse, Giorgino ha
spiegato che solo un malato di mente può fare il presidente della NRA. Alla
fine ha dovuto scrivere una bella letterina dai toni apologetici e compiacenti.

Per fortuna c’è il premio
Pulitzer Bob Dylan. Lo scorso dicembre Dylan ha interrotto il suo “Theme Time
Radio Hour” show per onorare il maestro: “Charlton è stato un forte difensore
dei diritti civili”. Quando l’umanità diventa schiava delle proprie origini
scimmiesche, gli uomini liberi si ribellano alle forze animali che vorrebbero
sopraffarli. In quel momento i diritti degli schiavi vanno difesi anche con i
fucili. Come fece l’astronauta George Taylor ai tempi di %E2