Che aspettano la Iervolino e Bassolino a dimettersi?
07 Gennaio 2008
Dell’emergenza rifiuti abbiamo letto e leggeremo ancora a lungo. Del
resto sono note le responsabilità e le proporzioni della tragedia: una
regione in ginocchio, sommersa da anni di inerzia dinanzi a un discusso
piano rifiuti. Ciclicamente costretti a vivere situazioni emergenziali
di estremo disagio, la più grave è quella che solo oggi cerca di
emergere timidamente, nonostante gli allarmanti messaggi lanciati dagli
esperti: i veleni prodotti dalla cattiva conservazione delle ecoballe,
che di ecologico hanno veramente poco, ed i continui incendi di rifiuti
stanno minando seriamente le condizioni di vita dell’intero territorio.
Il rischio è la catastrofe ambientale, ma nel frattempo la gente muore
più che in altri posti del paese per malattie la cui origine è di
facile supposizione.
Ci vorranno decenni per bonificare l’intero
territorio, ma a questo punto si pone un’altra questione di estrema
importanza: chi sarà a gestire questa fase di emergenza
istituzionalizzata e del successivo (e auspicato) ritorno alla
normalità? Tutti coloro che sono stati coinvolti nella gestione dei
rifiuti ricoprono le medesime cariche o hanno ottenuto promozioni ad
altri prestigiosi (e remunerativi) incarichi. I responsabili politici,
che un tempo in un rivolo di dignitosa presa di coscienza si
dimettevano, oggi alzano la voce rivendicando il proprio impegno nel
contrastare la crisi e l’estraneità a responsabilit