Che c’entra Natalia Morar con la Russia di Putin?
11 Aprile 2009
Chi pensa che in Moldavia ci sia la democrazia e che le elezioni siano libere e democratiche sarà felice di sapere che Natalia Morar è stata arrestata. La Russia, guarda caso, è l’unico stato che si è ufficialmente congratulato con il governo comunista moldavo, ancora prima di conoscere l’esito definitivo del voto. Occorreva sdebitarsi di tanta gentilezza. Natalia Morar era l’occasione giusta per dire un grosso “grazie”.
Per i moltissimi che non lo sapessero stiamo parlando di una giornalista moldava che nel maggio 2007, come corrispondente di un periodico russo, aveva pubblicato un articolo relativo al riciclaggio di denaro da parte di una banca austriaca Raiffeisen Zentralbank e di diversi alti funzionari dell’amministrazione dell’allora presidente russo Putin, tra cui il vicedirettore del servizio segreto (FSB) Bortnikov. Non contenta, la Morar aveva documentato come l’assassinio del dirigente della banca centrale russa Kozlov era legato a questi intrallazzi relativi al riciclaggio di denaro.
Ancora peggio, nel dicembre 2007, aveva pubblicato un altro articolo, intitolato “I fondi neri del Cremlino”, dove informava di come un cospicuo fondo venisse usato per tenere tutti i maggiori partiti politici sotto l’egida di chi comandava a Mosca, nelle elezioni parlamentari del 2007. Dopo questo articolo fu espulsa su ordine del servizio segreto interno (FSB) , l’ex KGB insomma. Protestarono sia la federazione internazionale dei giornalisti, che l’unione dei giornalisti russi, naturalmente senza successo.
Da allora non le è più stato permesso di rimettere piede in Russia. Nel 2008 sposò un collega russo per aggirare il divieto. Come moglie di un cittadino russo non si poteva, per legge, impedirle di ricongiungersi al marito, e in tal modo avrebbe potuto riprendere a lavorare in territorio russo. Tuttavia, appena arrivata a Mosca le fu vietato ugualmente l’ingresso e venne rispedita via aereo in Moldavia. Le è stata anche negata la concessione della cittadinanza russa, a cui avrebbe diritto, adducendo come motivo l’esistenza di una legge particolare. Questa legge prevede che sia negata la cittadinanza a chi “istiga il cambiamento violento dell’ordine costituzionale o che rappresenta una minaccia alla sicurezza dello stato”.
L’8 aprile 2009, Natalia Morar stava svolgendo il suo lavoro di giornalista a Chisinau, la capitale della Moldavia dove oggi risiede. Si trovava nella piazza del parlamento durante la manifestazione dell’opposizione contro il governo comunista. C’erano giornalisti di mezzo mondo. Ma gli altri non avevano la sua storia alle spalle. Natalia Morar è stata arrestata come istigatrice di un’azione violenta destinata a creare un colpo di stato contro il governo legittimo.
Potrebbe passare il resto della sua vita in galera se le cose andassero male.
L’ordine oggi regna a Chisinau.