Che fine avrebbe fatto Craxi se avesse seguito i consigli di Bocchino?
29 Marzo 2011
Italo Bocchino, "Una storia di destra", edizioni Longanesi, pagina 99: "Sinceramente ritengo che Craxi abbia dato un grandissimo contributo alla politica italiana; ha commesso degli errori, come tanti altri in quel periodo, anche se le sue colpe principali sono state l’eccessiva arroganza da un lato e la mancanza di coraggio dall’altro, errori esiziali per un politico. Credo che non si possa fare politica, e ahimé mi è capitato anche di dimostrarlo, senza una forte dose di coraggio. Nel momento in cui è scappato per non finire a San Vittore, Craxi ha sfasciato un percorso politico-culturale straordinario. Se avesse accettato di andare in carcere la storia d’Italia sarebbe stata diversa".
Peccato che a quel tempo non ci fosse Italo a consigliare Bettino: lui che di bon ton se ne intende, gli avrebbe risparmiato il cattivo gusto di andarsene a morire in esilio invece di cambiare il corso della storia d’Italia sfamandosi col rancio delle patrie galere come anche Francesco Rutelli aveva auspicato nel 1993 (poi dicono che il Terzo Polo non ha una visione politica unitaria!).
Povero Bocchino: sognava di allegare al "Roma" i nuovi quaderni dal carcere di Craxi e invece si è dovuto accontentare delle intercettazioni di Verdini e Cosentino. Soprattutto, se avesse preso esempio da Bocchino, Craxi sarebbe stato certamente più coraggioso e meno arrogante. Soprattutto meno arrogante. Certamente.