Un sondaggio Rasmussen indica che il 55 per cento dei repubblicani vuole che il Grand Old Party (GOP) si ispiri di più a Sarah Palin. La dama d’acciaio del movimento conservatore si è anche aggiudicata lo Year-End-Zeitgeist, il premio per la parola più cliccata su Google nel 2008: “Sarah Palin” non “Obama Barack”. Il calendario del 2009 di Sarah – con tanto di doppietta da cacciatore in copertina – è stato il secondo prodotto più venduto su Amazon durante le feste natalizie.
Judy Patrick, che è stata la vicesindaco di Wasatilla ed la fotografa personale di Sarah oltre alla sua migliore amica, ha detto ai giornalisti: “Sarah vincerà le presidenziali del 2012, sarà una bella vittoria, anche se non sono in grado di dire quali sono i suoi piani. Certamente è un grande leader”. Il Calendario? “Sono foto scattate negli ultimi dieci anni, in cui siamo state molto tempo insieme, viaggiando e facendo campagna elettorale”.
Febbraio è stato un mese difficile per Sarah. La governatrice ha compiuto 45 anni ma sua figlia Bristol, 18 anni, si è messa di nuovo nei guai, dicendo che è impossibile praticare l’astinenza sessuale. Questo dopo aver dato alla luce il primogenito Tripp. Il contrario di quello che va predicando sua madre.
La Palin, come molti altri governatori repubblicani, si è opposta al piano Obama per l’economia ma l’Alaska accetterà di buon grado lo “stimolo” per rimettere a posto i suoi conti in rosso. La caduta del prezzo del petrolio non fa prevedere niente di buono per il futuro e Sarah ha chiesto al presidente che il governo federale si attivi per realizzare un nuovo gasdotto dall’Alaska verso il Canada. Si è anche mossa in modo autonomo da Washington rivolgendosi al premier canadese Harper.
La stella di Sarah fa scintille ma a volte sembra offuscarsi. Ancestry.com, uno dei più cliccati siti di genealogie, ha pubblicato uno scoop scrivendo che la Palin è una lontana cugina della Principessa Diana e una parente lontanissima del presidente Roosevelt. Circolano almeno un paio di sceneggiature su dei film dedicati alla Hockey Mom e su eBay sono state vendute le sue scarpe col tacco. Su Internet spopolano anche la “Caribou Barbie”, una bambola di Sarah con tanto di messa in piega, alce e fedele “gatto delle nevi”. Per non parlare della sua montatura degli occhiali disegnata dal giapponese Kazuo Kawasaky.
Tutto questo genera invidie e colpi bassi nell’establishment repubblicano. “Molta gente pensa che Sarah sia caduta in una sindrome di Evita”, ha detto una fonte riservata del GOP al Washington Post, “la Palin non piace ai capi del partito ma piace all’uomo della strada”.
I democrats ovviamente non la sopportano e la Gilda hollywoodiana strepita per il suo stile di vita politicamente scorretto. L’attrice Ashley Judd ha criticato la passione per la caccia di Sarah, dimenticandosi delle pagine di Hemingway dedicate al tema e di quanto onore hanno fatto alla letteratura americana. E se pensate un attimo al paesaggio dell’Alaska, che non è la California ma uno stato ancora popolato dai lupi, riuscirete anche a mettere tra parentesi il vostro ambientalismo.
Per Sarah i Verdi sono “Frange estremiste. Questi gruppi distorcono la realtà e dovrebbero vergognarsi, i fondi che raccolgono sono soldi rubati alla lotta contro la recessione economica”. Bella, diretta e senza pietà.
“Lo snobismo è l’ultimo rifugio dei liberal”, ha scritto William Voegeli sul Wall Street Journal rivolgendosi ai detrattori di Sarah. Sono gli stessi newyorkesi che si sentono una costola staccata dalla civilizzata Europa: questa sofisticata gente di città considera perlomeno volgare avere un’identità religiosa e pensa che la fede evangelica sia un’infallibile segno di ritardo mentale. Il patriottismo davanti alle bandiere sventolanti? Uno scherzo imbarazzante.
Per costoro Sarah rappresenta il cancro della società capitalista, quella borghesia impoetica, senza eroismo né erotismo che va educata insegnandogli che l’ambizione è un peccato mortale. Meglio uno stile di vita socialmente corretto, con un lavoro e una carriera socialmente corretti, nella Silicon Valley, in qualche grande studio associato, o nelle startup del comparto internettiano e delle energie rinnovabili. Vuoi mettere con allevare vacche in Nebraska o estrarre petrolio in Texas?
All’epoca di Nixon i seguaci della Palin erano definiti “la maggioranza silenziosa”. Se intercetti il senso comune, quello della gente in cerca di sicurezza economica, di un’America più ordinaria ma anche più forte, insomma di chi crede nello “standard americano”, non c’è storia, hai vinto nonostante ti accusino di populismo. E se il populismo significa credere che la gente sia intrinsecamente migliore delle elites che la governano, Sarah Palin fa per voi.
Intellos e attori hanno fatto a pezzi la Palin con l’arroganza tipica di chi non salirebbe mai sugli spalti di una gara Nascar. Sarah è fenomeno pop e questo spaventa la cricca del New Yorker, di Vanity Fair e Rolling Stone. La descrivono come una stupida come hanno fatto per dieci anni ridendo alle spalle di George W. Bush.
Nel 1964 Richard Hofstadter vinse il premio Pulitzer scrivendo un celebre saggio sull’anti-intellettualismo dell’americano medio, ma si era dimenticato dell’anti-americanismo dell’intellettuale medio. Una per tutti Susan Sontag che, a ridosso dell’11 Settembre, disse che i terroristi non erano dei codardi: se avevano attaccato gli Usa la colpa era colpa delle sporche alleanze americane nel mondo. L’11 Settembre non è stato niente di grave di fronte al terrorismo praticato dagli Usa e infilarsi con un aereo in un grattacielo sarebbe un atto di coraggio.
Le hanno preferito un presidente laureato alla Columbia e ad Harvard ma dimenticano che, se il senso comune girerà dal verso giusto, basterà una laurea dell’università dell’Idaho per governare l’America. Non è detto che sia una tirannia del più stupido, somiglia di più alla forza della democrazia.