Che vergogna questa Europa corrotta dagli emiri e ostile a Israele
14 Dicembre 2022
Europa, Qatar, Israele. In questi giorni la sottocommissione per i diritti umani dell’Unione europea avrebbe dovuto discutere le solite bozze di risoluzione sullo Stato ebraico. Solite nel senso che la Ue, come fa da anni con toni non proprio amichevoli, avrebbe chiesto a Israele di proseguire sulla strada dei “due Stati”. L’unica soluzione negoziale del conflitto israelo-palestinese possibile secondo Bruxelles. In ballo da anni ma che non balla.
Avremmo riascoltato le richieste europee di bloccare la costruzione di nuovi insediamenti israeliani nei cosiddetti “territori occupati”. Territori che occupati non sono, bensì contesi tra lo Stato ebraico e quei Paesi arabi che hanno cercato inutilmente di aggredirlo uscendo sconfitti dalla guerra del ’67. Il Qatargate, la presunta madre di tutte le tangenti islamiche, ha fatto saltare questi schemi.
La sinistra e la soluzione dei “Due Stati”
Le attività della sottocommissione e le bozze di risoluzione su Israele, secondo fonti europee citate dal quotidiano Israel Hayom, sarebbero al momento bloccate. La presidente socialista della sottocommissione ha fatto un passo indietro, lasciando il suo posto. Uno degli eurodeputati del Pd italiano presente nella sottocommissione, lambito dallo scandalo, ha deciso di lasciare temporaneamente il suo ruolo nel raggruppamento socialista europeo. Né la presidente della sottocommissione né l’eurodeputato risultano indagati nell’inchiesta sulle mazzette di Doha.
L’eurodeputato però condivideva lettere con i suoi colleghi invitandoli a non “accusare senza prove” il Qatar sulla situazione dei diritti umani nell’emirato islamico. Lo stesso eurodeputato in precedenza aveva definito “pericolosa” la iniziativa presa dall’amministrazione Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. L’atteggiamento critico verso lo Stato ebraico e gli Accordi di Abramo è stato portato avanti anche da altri ex eurodeputati di sinistra, come quello finito agli arresti con l’accusa di aver intascato tangenti da Doha.
Doppio standard con Israele
Il Qatar ha sempre espresso la sua posizione favorevole alla soluzione dei “due stati”, chiedendo a Israele di ritirarsi ai confini pre-’67 per normalizzare le relazioni diplomatiche. Negli stadi dei Mondiali di Doha abbiamo visto sventolare tante bandiere palestinesi, nonostante gli emiri avessero chiesto di non buttarla in politica. Nel 2020 il quotidiano americano Washington Post ha scritto che Doha, alleata dell’Iran, lascia fluire fiumi di denaro inviato a chi fa la guerra ad Israele, ammazzando anche cittadini americani durante gli attentati.
Anni fa, in un video postato su Facebook da uno dei corrispondenti di Al Jazeera, la tv degli emiri del Qatar, Hamas festeggiava le sue ‘vittorie’ contro Israele. Dopo aver lanciato 4mila missili contro lo Stato ebraico. Alla luce di tutto questo sarebbe auspicabile fermare i lavori della sottocommissione sui diritti umani della Ue. Ancora più opportuno sarebbe che il Qatargate aprisse una seria riflessione nella sinistra e più in generale nella opinione pubblica europea. Non soltanto sugli episodi di presunta corruzione ma sul doppio standard che le istituzioni della Ue continuano a riservare a Israele.
Una Europa debole con i regni islamici del Golfo e che ama mostrare i muscoli contro l’unica democrazia del Medio Oriente. Quella Europa che con il suo atteggiamento diplomatico ambiguo legittima l’odio anti-israeliano dilagante nel mainstream. Da Kanye West a Roger Waters solo per fare due esempi.