Chi è per le preferenze esca allo scoperto
22 Gennaio 2014
Renzi battezza "l’Italicum" ma, al di là degli aspetti tecnici e sapendo che ogni sistema elettorale ha le sue pecche, noi siamo per le preferenze. Non perché c’è l’ha ordinato il medico, e senza voler entrare troppo nel merito della sentenza della Corte costituzionale: noi siamo per le preferenze sulla base di una valutazione politica.
I cittadini si sono allontanati dalla politica perché interpretavano la casta come il sistema dei nominati, i partiti come entità invasive capaci di penetrare fin nel midollo della società italiana. Gli elettori hanno dimostrato di non avere più fiducia nei meccanismi di selezione dei partiti, né il successo delle Primarie né le consultazioni online dei 5 Stelle sono sufficienti a recuperarla.
Bisogna uscire allo scoperto e dire chiaramente: siamo per le preferenze, pur riconoscendone limiti e rischi. Oppure spiegare perché si è contro. Che significa gridare "cambiamo il Porcellum" o facciamo il doppio turno di coalizione se poi ci teniamo le liste bloccate? C’è stato un tempo in cui Matteo Renzi spiegava che i rappresentanti devono essere scelti dal popolo ma poi ha capito che così un pezzo del suo Pd, che gli è ostile, sarebbe scampato alla rottamazione.
Per cui gli chiediamo: il suo accordo con Berlusconi è fondato soprattutto sulla eliminazione delle preferenze? E’ per questo che il patto è intoccabile ed è questo il vero nodo della strana alleanza tra Renzi e Verdini? Ma al di là dei metodi o delle tattiche, al di là di tutto, per noi la vera arma strategica è che siano i territori a decidere, le comunità e le persone a scegliere i propri rappresentanti. Per cui fatevi avanti, sostenitori delle preferenze. E capiremo chi è fino in fondo per il cambiamento.