Chi è più furbo tra islamici e renziani

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Chi è più furbo tra islamici e renziani

07 Gennaio 2017

Almeno da un anno a Firenze va avanti un minuetto tra il sindaco Nardella e il presidente della Ucoii, la più importante delle organizzazioni islamiche presenti nel nostro paese. Al di là dei principi evocati nella “carta dei valori” sottoscritta tra renziani e rappresentanti delle comunità musulmane, la partita vera si gioca sulla edificazione della nuova moschea nel capoluogo toscano. 

Da una parte c’è la Ucoii che cerca di buttarsi alle spalle anni di polemiche, presentandosi sia livello locale che nazionale come un interlocutore trasparente; dall’altra il sindaco Nardella, che prova a conquistarsi il consenso delle comunità islamiche ma non può permettersi di perdere quello del suo elettorato, visto che presentare ai fiorentini la costruzione di una moschea con l’aria che tira oggi in Europa potrebbe rivelarsi un boomerang. 

La Ucoii, che ha patrocinato in Italia la traduzione del Corano e della letteratura religiosa musulmana, per accreditarsi meglio ha anche accettato di far tradurre nella nostra lingua i sermoni tenuti dagli imam nelle moschee, ma neanche questo scaccia tutte le perplessità sulla associazione, che in passato ha paragonato i bombardamenti su Gaza alla Strage di Marzabotto (l’equazione sionismo-nazismo è un classico del complottismo islamico), che qualcuno vorrebbe ispirata dai Fratelli Musulmani messi fuorilegge in Egitto, e che negli ultimi tre anni ha ricevuto 25 milioni di euro dalle charities del Qatar, lo Stato arabo che doveva contribuire al salvataggio di Mps. 

C’è anche quel post su Facebook pubblicato di recente dal presidente della Ucoii, Izzedin Elzir, una foto con delle suore sul bagnasciuga, apparsa nei giorni del dibattito sul burkini, versione da spiaggia del più noto burka. “A chi parla di scontro di civiltà ricordo cosa è la civiltà occidentale”, disse Elzir, “tocca a un semplice musulmano ricordare la vostra storia”. Possono esserci state delle incomprensioni, dunque, ma siamo entrati in una fase nuova, quella in cui potremo giovarci degli insegnamenti di Elzir per riscoprire le nostre radici culturali. 

La verità insomma è che non si capisce più chi dirige le danze. In una nota diffusa nei giorni scorsi, infatti, un disinvolto presidente della Ucoii ha chiesto regole certe per le moschee, “come ce ne sono in Gran Bretagna, Svezia, addirittura in Romania, ma non in Italia”, ha sottolineato. Del resto non bastano “le buone intenzioni di qualche amministratore locale”, “sarebbe falso lasciare credere che una sola struttura cittadina possa colmare l’esigenza di spazi che la nostra comunità legittimamente rivendica”. E in ogni caso sta agli amministratori locali regolamentare la situazione, “se non vogliono vivere nei loro quartieri il nostro stesso disagio”. 

Facciamo due ipotesi. La prima: Elzir ostenta tutta questa sicurezza perché ha capito che Nardella sta facendo da battistrada al governo. La “attenzione” mostrata a livello locale, come ha spiegato il presidente della Ucoii, “necessita in tempi brevi di essere accompagnata da leggi certe a livello nazionale”. Si prenda la dichiarazione di Gentiloni sui rischi della radicalizzazione jihadista nelle carceri; la prima persona indicata per spiegare l’Islam alle nostre guardie penitenziarie sarà proprio uno dei cofondatori dell’Ucoii, associazione che gestisce già i luoghi di culto di molti altri istituti penitenziari. Seconda ipotesi, molto più sintetica: la Ucoii va avanti, si fida di Nardella, e poi scopre chi sono veramente i renziani e quanto valeva la promessa della moschea. In questo caso, chapeau al sindaco di Firenze.