Chi è Steve Bannon? Uno che difende Israele da Hamas, Hezbollah e l’Iran
16 Novembre 2016
Tutti parlando di Steve Bannon, nominato capo stratega e consigliere anziano del presidente eletto Donald Trump. Chi è Bannon e perché se ne parla tanto? Nell’ottobre del 2015, Steve finì sulla copertina di Bloomberg, descritto come “l’operativo più pericoloso d’America”. Sembra passato un secolo da quando i giornaloni ironizzavano sul “fenomeno Trump”, non sapendo che gli elettori li avrebbero costretti a un pietoso mea culpa, come è stato costretto a fare il New York Times nei giorni scorsi spiegando ai lettori i propri errori (e l’endorsement per la Clinton).
Ma a quanto pare la lezione non è bastata. Per Bannon, la cui notorietà deriva dall’essere stato uomo di punta di Breitbart, il sito che ha sostenuto con forza la candidatura Trump alla Casa Bianca, non sono mancate subito le accuse di chi proprio non riesce a ingoiare la vittoria di Trump. Accuse di razzismo, xenofobia e antisemitismo, su tutti la Lega Anti-Diffamazione, una reazione scomposta del politicamente corretti ad una penna, Bannon, che fa del giornalismo senza prosciutto sugli occhi, rifiutando la posizione supina che ha assunto la stampa occidentale su tante questioni, come l’islamizzazione delle nostre società.
Bannon ha anche scritto “Clinton Cash”, un libro sulla spregiudicatezza dei coniugi clintoniani che è stato citato e ripreso persino dai media liberal, contribuendo a incrementare la sfiducia, e l’avversione ragionata, quanto meritata, dell’opinione pubblica nei confronti di Hillary. Ma appena è arrivata la nomina presidenziale, come dicevamo su Bannon è piombata la solita tempesta di accuse. Ma la destra conservatrice e nazionalista dei Bannon è davvero antisemita? Non la pensa così il rabbino Shmuley Boteach, che ha preso carta e penna ed ha risposto per le rime a Jonathan Greenblatt, il Ceo della Lega Anti-diffamazione:
“Recentemente hai attaccato la nomina di Bannon come consulente senior del presidente, dicendo: ‘E’ un giorno triste quando un uomo che dirige il primo sito web di nazionalisti bianchi e instancabili antisemiti e razzisti, viene dato come favorito per un ruolo nello staff personale del presidente’. Personalmente conosco il signor Bannon a malapena”, spiega il rabbino. “Eppure un mio caro amico, Joel Pollak – uno dei più fieri ebrei che conosco – mi ha parlato della incredibile sensibilità e della flessibilità di un giornale come Breitbart nei confronti proprio degli ebrei”.
“Breitbart ha seguito da vicino e si è opposto con forza all’accordo sul nucleare iraniano voluto dagli Stati Uniti” sottolinea il rabbino, ricordando chi è la vera minaccia per lo Stato di Israele. “So bene come tutto questo è qualcosa di importante per entrambi: tua moglie è stata costretta a fuggire dal regime sanguinario di Khomeini da adolescente; mio padre e le sua famiglia sono stato un po’ più fortunati e hanno potuto lasciare l’Iran bene prima che Khomeini salisse al potere”, aggiunge il rabbino rivolgendosi sempre al Ceo della Lega Anti-Diffamazione.
“Breitbart difende costantemente Israele anche dal movimento antisemita BDS (Boycott, Divestment and Sanctions), il cui obiettivo è la distruzione economica dello Stato di Israele. Alla luce di tutto ciò, come fai a presupporre che Breitbart e i suoi giornalisti siano antisemiti?”, si legge ancora nella lettera. “Ciò non significa che siamo d’accordo con tutto quello che viene pubblicato su Breitbart”. Ma, la conclusione del rabbino, “il popolo ebraico, oggi, si trova di fronte a una nuova era che vede crescere l’antisemitismo ovunque, e sempre di più in Europa. Abbiamo bisogno di nemici reali che sappiano combattere contro tutto ciò. Hamas, Hezbollah e l’Iran. Gli editorialisti di Breitbart hanno dimostrato di saper resistere con forza contro tutti e tre”.