Chi è veramente John McCain? Storia di un patriota repubblicano che piace ai democratici
15 Febbraio 2008
di William Katz
A meno che
non succeda qualcosa di veramente strano, John McCain sarà il candidato del
Partito Repubblicano a diventare Presidente degli Stati Uniti d’America. Come
prima cosa potreste chiedervi: “ questa stranezza potrebbe accadere?” La
risposta è si, ma è molto difficile che accada. Tutti gli oppositori più
credibili di McCain per la candidatura hanno già abbandonato la gara, eccetto
uno. Si tratta del governatore dell’Arkansas Mike Huckabee. Da notare che anche
Bill Clinton governava il “Natural State” prima di essere eletto Presidente nel
1992. Però, molti strenui conservatori nel Partito Repubblicano non amano
McCain perché non lo considerano abbastanza conservatore.
Mentre Huckabee,
un cristiano evangelico oltre che un esperto ministro, ha dichiarato dal canto
suo di essere in corsa per la nomination come alternativa a McCain. Può contare
su un sostegno importante, specialmente nel sud, dove gli evangelici vanno
forte, ed in qualche altra zona. In generale però, i Repubblicani hanno scelto
McCain. Tra le altre cose Huckabee non ha quasi nessun sostenitore negli stati
moderati del nord. Quindi, perché Huckabee possa superare McCain, dovrebbe
accadere un miracolo statistico o un evento non anticipato, tipo un’improvvisa
malattia dell’eroe di guerra.
C’è un modo
di dire tipicamente Americano secondo cui una settimana nel mondo reale può
diventare una vita intera in politica. Quindi, pur comprendendo che le
stranezze possono accadere, potremmo ben
dire che – stando così le cose – John McCain sarà la scelta Repubblicana. Il
partito Democratico è invece profondamente diviso tra Hillary Rodham Clinton e
Barack Hussein Obama, gli esiti di questa gara potrebbero non essere intellegibili
per diverse settimane. Anche se, ora come ora, Obama è considerato il corridore
di punta e può contare su più sostenitori convinti.
Ma chi è
veramente John McCain? Quali sono i suoi punti di forza e le sue debolezze? E
quali le sue chance di diventare presidente nelle elezioni di novembre. Nel
caso voleste visitare il suo sito, eccolo qui: www.johnmccain.com.
John Sidney
McCain III è nato in una famiglia della marina il 29 agosto del 1936. Se
dovesse vincere le elezioni diventerebbe, a 72 anni, il più anziano presidente
nella storia degli States. (Non sarebbe comunque il più anziano in servizio
visto che Reagan, si è ritirato quando aveva 76 anni).
Il nonno di
McCain era un ammiraglio durante la Seconda Guerra Mondiale e comandava le unità
portaerei nel Pacifico. Suo padre invece era un ammiraglio durante la guerra
del Vietnam e guidava tutte le forze statunitensi nel Pacifico.
Il 29 Luglio
del 1967, McCain stava attendendo il suo turno per decollare dalla portaerei
USS Forrestal quando un missile Zuni fu accidentalmente lanciato da un altro aeroplano.
Il missile colpì il suo jet che fu immediatamente avvolto dalle fiamme. McCain alla
fine è riuscito ad uscire fuori vivo da quell’inferno, dove hanno perso la vita
132 dei suoi compagni di nave. Rimasto ferito a causa dell’incidente,
l’aviatore sarebbe potuto tornare a casa ma non lo ha fatto, invece è rimasto
come volontario per combattere ancora, veramente
eroico, come fanno notare i suoi ammiratori. Fatto sta che la Marina gli ha
assegnato un’altra nave e messo a disposizione un altro aereo.
Il 26
ottobre del 1967, il nuovo aereo di McCain è stato abbattuto mentre stava
sorvolando il Vietnam settentrionale, catturato dai viet-cong, il candidato
Repubblicano è rimasto in prigione per cinque anni e mezzo. È stato anche
torturato ferocemente e gli effetti di quel trattamento sono ancora visibili
nella deformazione del suo braccio destro, che non può essere sollevato più in
alto della testa.
I vietnamiti
del nord ad un certo punto si sono resi conto di avere tra le grinfie il figlio
di un famoso comandante navale e gli hanno offerto il rilascio anticipato.
McCain si è rifiutato di usufruire di un tale dono, fiutando gli effetti
devastanti che il suo rilascio avrebbe causato tra i suoi compagni di cella e
sottoponendosi ad ulteriori torture. È stato questo gesto di solidarietà, tra
le altre cose, che lo ha reso caro agli americani.
McCain è
stato liberato nel 1973 ed ha continuato a prestare servizio nella Marina
americana fino alla sua entrata in politica agli inizi degli anni ’80. È
diventato prima un membro del congresso dell’Arizona, nel sud-ovest americano,
e poi un membro del Senato, dove siede ancora oggi. Nel 2000 ha sfidato George
W. Bush per la nomination a presidente, perdendo per di poco.
La forza più
grande di McCain sta nella sua reputazione caratteriale. È un eroe di guerra
con tutti crismi che si è comportato con onore ed ha sofferto nel servire la
sua nazione. Come membro del Senato è fieramente indipendente, determinato a
portare avanti il suo partito. Questo lo ha reso popolare tra gli indipendenti
e anche tra alcuni Democratici moderati, anche se gli è costato l’ostilità di
qualche conservatore, che di tanto in tanto lo etichetta come voltagabbana. McCain
è uno dei capi politici più unanimemente rispettati degli Stati Uniti. Anche se
ha avuto una parte minore in uno scandalo finanziario ed è stato criticato per
un’indagine a suo carico nel 1991, è sopravvissuto senza riportare danni
d’immagine, in parte anche perché ha ammesso il suo ruolo ed il suo errore,
cosa decisamente inusuale per un politico americano.
Nell’idioma
americano, McCain è indicato come “un uomo tutto d’un pezzo”, qualcuno di cui
fidarsi in tempi difficili. Il grado d’influenza
di quel fattore, però, dipende dalle condizioni politiche esistenti mentre ci
si avvicina al voto di novembre.
Se dovesse
esserci un attacco terroristico o se la sicurezza nazionale dovesse diventare nuovamente una questione di primaria
importanza, McCain ne trarrebbe un grande vantaggio. Vantaggio che potrebbe
invece diminuire qualora gli elettori si stancassero di sentir parlare di
minacce terroristiche o nel caso in cui l’economia dovesse ristagnare. McCain
non è certo considerato un’autorità in campo economico. Poi c’è da considerare
che esiste una tradizione di rifiuto degli eroi di guerra tra gli americani,
specialmente quando le gesta eroiche sono state compiute in un lontano passato.
Nel 1976 il
Senatore Robert Dole, seriamente ferito in Italia durante la Seconda Guerra
Mondiale, ha affrontato il Presidente Bill Clinton, che aveva fatto in modo di
non andare neanche in Vietnam. Ha vinto Clinton. In America il sentire comune
accorda un grande prestigio agli eroi di guerra ma non gli garantisce certo la
presidenza.
Douglas
MacArthur, ad esempio, uno dei grandi generali americani della Seconda Guerra
Mondiale, ha sempre voluto fortemente diventare presidente, ma gli americani
non glie lo hanno nemmeno mai chiesto.
McCain era
considerato il candidato numero uno alla presidenza soltanto un anno fa. Ma poi
la sua campagna elettorale è andata a finire male, in parte anche a causa del
suo supporto per l’impopolare guerra irachena. Si è rialzato soltanto dopo aver
iniziato a caldeggiare la strategia della surge in Iraq, che ha cominciato a
mostrare i risultati. Mentre la l’iniezione di truppe diventava sempre più un
successo, anche la fortuna di McCain cresceva. La gente incominciava a vederlo
come quello che alla fine avrebbe avuto ragione.
McCain può
anche contare sul fatto che il Partito Repubblicano è molto più devoto alla
tradizione di quanto non lo sia quello Democratico. Generalmente in quel
contesto viene scelto – come candidato presidenziale – “il prossimo della
fila”, il candidato più ovvio, quello che ha aspettato il suo turno. Per la
maggior parte dei Repubblicani quell’uomo è John McCain .
L’ex-aviatore
della Marina ha anche altri vantaggi. È considerato un grosso esperto di
governo, e la gente crede che egli detenga un certo “senso della missione”.
Oltre a ciò, piace molto alla stampa, è questo è fondamentale. Infatti, la stampa
in America tende ad essere piuttosto sinistroide. McCain rappresenta una delle
poche persone di destra che i media hanno accolto favorevolmente , in parte
anche per il suo sprezzo del pericolo.
Esiste un altro
vecchio detto americano che fa così: “Non discutere mai con le persone che si
comprano barili d’inchiostro”. E John McCain gode proprio della stima di chi
compra l’inchiostro a barili.
Ovviamente,
in mezzo a tutti questi elogi, ci sono anche aspetti negativi da considerare.
Per prima cosa McCain ha la sfortuna di essere repubblicano proprio nel momento
in cui il suo partito è sfavorito. Ha perso le elezioni “mid-term” del 2006 e
con esse il controllo su tutte e due le camere del Congresso. Da quel momento i
Repubblicani non si sono più ripresi la loro popolarità. Fortunatamente per
McCain, le sue dispute occasionali con il Republican Party gli permettono di
considerarsi un indipendente. Non è nemmeno considerato un amico di Bush, cosa
che dovrebbe consentirgli di minimizzare la sua appartenenza al partito.
Semmai la
sua età, che qualcuno considera come un segno della sua maturità, potrebbe
essere usata contro di lui in una nazione che venera la gioventù. E McCain i
sui anni li dimostra tutti. Sembrerebbe veramente vecchio, in piedi vicino al
giovane Barack Obama. McCain ha anche sofferto per un cancro alla pelle, come
dimostrano le sue cicatrici. I
Democratici proveranno a ricordare – sia subdolamente sia in maniera non così
subdola – ai suoi sostenitori che la salute del candidato principe dei
Repubblicani è a rischio. É un fatto
risaputo che i suoi esami medici durante l’ultimo anno di carriera in Marina,
alla fine degli anni ’70, non hanno dato
risultati esaltanti. Gli potrebbero perfino chiedere di rendere noti i suoi
bollettini medici.
Anche il
temperamento di McCain potrebbe essere usato contro di lui. È famoso per essere irascibile. Al punto che
anche un suo collega repubblicano si è chiesto pubblicamente se il candidato
dell’Arizona sia all’altezza della presidenza. In questo senso la campagna
elettorale potrebbe assumere toni sgradevoli. Si è parlato a lungo del fatto che
la permanenza nelle prigioni nord vietnamite di McCain potrebbe averlo reso
instabile mentalmente. Anche se non ci sono prove concrete a sostegno di questi
tesi, la questione esiste. Lo stesso
McCain ha ammesso di essere stato un bambino di quelli arrabbiati e senza
regole, e che una volta arruolato, si è
opposto alla disciplina della Marina. Si
è laureato quinto partendo dal basso nella sua classe all’Accademia Militare
Navale degli Usa. Anche se pur sempre un eroe di guerra, potrebbe essere
descritto dai suoi oppositori come
“materiale scadente”.
Un altro
fatto negativo: Anche se poco probabile,
l’opposizione da parte conservatrice potrebbe crescere, o potrebbe portare
alcuni Repubblicani a formare un movimento alternativo , un terzo partito. Anche
se i candidati di partiti alternativi non possono certo aspirare a diventare
presidenti, possono però riuscire a
portare via qualche voto ai candidati che vanno per la maggiore.
La
candidatura di Ross Perot, nel 1992, per esempio, ha portato via molti voti a
George Bush Senior, e potrebbe essergli costata un secondo mandato. Così come
la candidatura di Ralph Nader nel 2000 è probabilmente costata ad Al Gore lo
Stato della Florida, e quindi le elezioni. McCain deve riuscire a
riappacificare e soddisfare i conservatori, senza però perdere il supporto
degli indipendenti, in modo da prevenire
una minaccia proveniente da un eventuale terzo partito.
É chiaro che
la questione principale è se McCain sia in grado o no di vincere a novembre. I
capi del Partito Democratico hanno chiarito che è lui il più temuto. Gli Americani stimano
infinitamente gente come McCain. È un personaggio molto conosciuto al pubblico
ed è stato una figura molto popolare. Se gli elettori penseranno di essere in
pericolo, gli affideranno la guida della nazione.
I sondaggi
attuali dimostrerebbero che McCain, alla pari con Hillary Clinton, finirebbe di
poco dietro a Barack Obama. Ma, come piace ricordare agli osservatori, le
elezioni non si tengono oggi. Gli exit poll attuali hanno scarso significato.
Ci sono stati candidati presidenziali con vantaggi a doppia cifra nei sondaggi
e che poi hanno perso malamente alla
prova dei fatti.
Ci sono
anche stati anni – tipo il 1948 – in cui mentre i sondaggi erano pesantemente
sbilanciati in una direzione, le elezioni sono andate dall’altra parte.
Quell’anno Harry S. Truman ha inaspettatamente sconfitto Thomas E. Dewey. Però
i sondaggi, quest’anno che i Repubblicani stanno affrontando un periodo
difficile, mostrano che McCain è comunque molto competitivo.
La
sensazione è che McCain alla fine batterà Hillary Clinton, grandemente
impopolare in molti ambienti, ma che sarà più difficile per lui sconfiggere
anche Barack Obama, un soggetto politico relativamente nuovo sulla scena
nazionale, che non ha avuto il tempo di farsi
abbastanza nemici. Ora come ora questo è tutto quello che si può dire
sulle prospettive di McCain. Le elezioni sono a quasi nove mesi di distanza,
molte vite tradotte in tempo politico. Da qui a novembre, tutto il circus delle
elezioni potrebbe essere spazzato via da un singolo evento di portata
internazionale o da uno scherzo della biologia.
Nel corso della sua
lunga carriera, William Katz è stato uno stretto collaboratore di un senatore americano;
ufficiale della CIA; assistente del teorico della guerra nucleare, Heramn Kahn:
editorialista del New York Times Magazine; scrittore di commedie per Bob Newhart;
intervistatore per il “Tonight Show” di Johnny Carson. E’ l’autore di dieci
romanzi pubblicati in diverse lingue. Ora gestisce un sito internet, www.urgentagenda.com, e scrive per il più autorevole blog americano di
politica interna, www.powerlineblog.com.
Traduzione di Andrea Holzer