Chi festeggia i 600 morti in Egitto è al Zawahiri (Al Qaeda)
15 Agosto 2013
di redazione
C’è qualcuno che festeggia per i feroci scontri tra Fratelli, esercito e polizia egiziana che tra ieri ed oggi hanno fatto oltre 500 morti in Egitto, facendo sprofondare il Paese nel caos. Quel qualcuno è Ayman al-Zawahiri, il medico di origini egiziane che dopo l’eliminazione di Osama Bin Laden ha rilevato il franchising globale di Al Qaeda. Quello che sta accadendo in Egitto, scrive oggi la CNN, per il dottor Zawahiri è un film già visto: un partito islamista che si afferma attraverso il voto ma viene poi rovesciato da un colpo di stato militare che getta il Paese alla deriva. Con l’Occidente che osserva, rimprovera ma non interviene. Il film è già andato in onda in Algeria negli anni Novanta, si ripete oggi al Cairo e nelle altre città dello stato arabo più popoloso al mondo. In Algeria, dopo il colpo di Stato (e prima) il risultato è stato una guerra civile con decine di migliaia di morti. In Egitto potrebbe accadere la stessa cosa. La lezione appresa da Zawahiri al tempo del coup algerino, era che per le forze islamiste è un errore supremo partecipare ad elezioni e credere nella democrazia. Per uno Stato islamico che si rispetti servono stadi dove sparare un colpo in testa alle donne, un regime in stile talebano che liberi i figli della sharia dalla occintossicazione. Nel ’91, dopo l’inizio della guerra civile algerina, Zawahiri pubblicò il suo primo libro, dove se la prendeva proprio con i Fratelli egiziani, suoi vecchi compagni di avventura, per credere alla farsa occidentale delle "democrazie, elezioni e parlamenti". Oggi il chierico può dire "ve lo avevo detto", dice amara CNN. Il colpo di stato che ha deposto il presidente egiziano Morsi dimostra che ancora una volta la democrazia occidentale ha fallito.