Chi ha incastrato Strauss-Kahn? Con Epstein il sexygate si tinge di giallo

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Chi ha incastrato Strauss-Kahn? Con Epstein il sexygate si tinge di giallo

28 Novembre 2011

“What Really Happened to Strauss-Kahn?”. Con questo titolo la New York Review of Books usciva ieri con un numero bomba nelle edicole americane tingendo ancor più di giallo il sexy scandalo che sta divorando la figura politica e umana di Dominque Strauss-Kahn che da persona di primissimo piano (leader della sinistra, direttore del FMI, candidato superfavorito nella corsa all’Eliseo) adesso vede costantemente affiancato al suo nome un “ex” .

Il 76enne giornalista investigativo Edward Jay Epstein riapre il caso DSK e, mettendo sul tavolo quasi 24mila battute della sua minuziosissima inchiesta su quel che successe lo scorso 14 maggio, rivela dettagli fino a questo momento sconosciuti che aprono spiragli, quasi, inaspettati nella vicenda. ‘Quasi’ perché la parola complotto era venuta fuori nell’unica volta che Dominique aveva espresso un parere sulle sabbie mobili dello scandalo nelle quali stava letteralmente sprofondando: “Una trappola? È possibile. Un complotto? Lo vedremo”. Così, le tesi cospiratorie sostenute dai fedeli di Strauss-Kahn sembrano trovare riscontro nel lavoro della firma della rivista newyorkese che lancia inchiostro su carta il suo monito: “Hanno voluto far naufragare la candidatura di DSK. Non dico che sia per forza un complotto politico, ma c’è chi ha voluto trovare prove per fargli perdere l’ Eliseo e il posto al Fondo monetario”.

In quei 7 minuti che hanno cambiato la vita del numero uno del FMI e, di conseguenza, gli assetti a livello politico e macroeconomico della Francia, ci sarebbe tre enigmatici interrogativi che rendono poco chiara la vicenda e attendono una risposta. In primo luogo, perché Nafissatou Diallo, la cameriera che ha accusato l’ex leader socialista di violenza sessuale, è entrata nella camera 2820, vicina alla 2806 dove alloggiava DSK, sia prima che dopo averlo incontrato? Quindi, in secondo luogo, c’era qualcuno in quella stanza? Se sì, chi? E poi, che fine ha fatto il BlackBerry di Strauss-Kahn, forse intercettato dai rivali politici ‘destrorsi’? Tre domande, queste, che infittiscono il mistero e che chiamano in causa direttamente i funzionari del Sofitel e gettano l’ombra del sospetto su persone vicine al presidente Sarkozy, che avrebbero architettato il trappolone.

Stando alla ricostruzione di Epstein, effettuata attraverso l’analisi delle registrazioni video delle telecamere di sicurezza dell’albergo, DSK ricevette un avvertimento tramite sms da un’amica che lavorava come ricercatrice nella sede parigina dell’Ump, avvisandolo che un’email spedita alla moglie Anne Sinclair era passata sotto gli occhi degli uomini del partito di Sarkozy. Alle 10.07 DSK chiamò la moglie a Parigi, spiegandole che aveva un grosso problema e che bisognava chiedere al suo amico Stéphane di contattare un informatico per analizzare BlackBerry e iPad. Il prosieguo della giornata ci è stato reso noto dalle cronache (il volo per Parigi delle 16 e 40, l’appuntamento a Berlino l’indomani dalla cancelliera Merkel, il pranzo con la figlia Camille e il suo nuovo fidanzato).

Questa la successione degli eventi: in base all’analisi delle chiavi magnetiche, Nafissatou Diallo entra nella suite 2806 tra le 12.06 e le 12.07,  telefona alla figlia Camille alle 12.13. Poi Dominique lascia il Sofitel, incontra figlia e fidanzato, e in taxi verso l’aereoporto si accorge di avere smarrito quel BlackBerry da far controllare. Ma quel cellulare, unica prova che Strauss-Kahn fosse spiato, non verrà mai ritrovato anche perché alle 12.51 delle mani hannomanomesso il suo sistema di geolocalizzazione. Ulteriore, schiacciante elemento per Epstein dell’inchiesta riguarda i tre minuti di festeggiamenti tra Brian Yearwood, capo dei tecnici dell’hotel, e un altro dipendente che ha assistito la Diallo nei primi minuti dopo la sua (non troppo tempestiva) richiesta d’aiuto.

Credibile o non credibile? L’interrogativo sull’attendibilità dell’inchiesta del giornalista americano, che intanto minaccia di diffondere in tv le immagini incriminate del Sofitel, agita l’opinione pubblica francese. Il segretario dell’ Ump Jean-François Copé si è affrettato a smentire la circostanza del BlackBerry spiato definendola “una grossolana montatura”. Dall’intera vicenda, che sicuramente nei prossimi giorni svelerà nuovi risvolti, viene fuori un’immagine di un giornalismo che si pone come mediatore parziale dei fatti giudiziari ma allo stesso tempo occhio esterno che ci fornisce una versione della vicenda più intrigante e complessa. Intanto, il mistero continua.