Chi si aspettava da Bagnasco una scomunica del Cav. è rimasto deluso

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Chi si aspettava da Bagnasco una scomunica del Cav. è rimasto deluso

24 Gennaio 2011

La più attesa delle prolusioni è stata pronunciata dal Cardinale Bagnasco davanti al Consiglio permanente dei vescovi italiani. Fin troppo attesa, e malamente attesa, dato che da essa ci si aspettava un giudizio politico, che non è venuto, come è giusto che sia. Tra le cose più curiose di queste ultime, convulse giornate politiche, è che tutti coloro che tuonavano contro il cardinale Ruini quando invitava a disertare le urne per non far passare la modifica alle Legge 40 sulla fecondazione assistita e lo accusavano di ingerenza e tiravano in ballo la laicità, adesso aspettano con ansia la prolusione di Bagnasco, aspettandosi un verdetto finale con cui la religione tiri fuori le castagne dal fuoco alla  politica. Il Papa, Bertone, Bagnasco … mai i vertici ecclesiastici sono stati così blanditi, mai sono stati così investiti di potere di vita o di morte sulla politica al di qua del Tevere. Sembra quasi che la Costituzione italiana riconduca il potere ad una investitura divina. Perfino i cattolici democratici, i più acerrimi nemici di ogni ingerenza che solo lontanamente dia l’impressione di sovrapporsi alla laicità della Costituzione, erano in spasmodica attesa del verdetto.

Alla fine il cardinale Bagnasco ha fatto il suo mestiere: di vescovo e non di politico. Ha detto che si pone oggi un grave problema di decoro nelle relazioni tra vita privata e vita pubblica; ha detto che c’è un grave problema di equilibrio tra le istituzioni e ha detto che bisogna chiedersi da cosa siano animate tante risorse dedicate alle indagini. Ha poi collocato il tutto nel contesto educativo: c’è qualcosa che non va nel paese e non solo qui e là in questo o quell’atteggiamento degli uomini politici.
A pensarci bene il Cardinale Bagnasco ha dato a ciascuno il suo, in cui consiste appunto la giustizia. Non ha fatto preferenze, si è collocato al di sopra delle parti, come deve fare il pastore che guarda all’insieme del gregge e al punto di arrivo dove vuole indirizzarlo.

Ha dato il suo, indirettamente, alla leggerezza delle serate di Arcore, chiarendo subito che non si sa ancora se siano “vere o presunte”. Ci sono affermazioni e smentite, ricostruzioni e decostruzioni, affermazioni poi rimangiate, persone che parlano ma non c’erano e persone che c’erano ma non parlano. Il paese è “sgomento”, ma resta ancora molto da chiarire. Ha dato il suo ad una magistratura che dispiega forze ingentissime per indagini di particolare significato politico e che adopera le intercettazioni in modo “allegro”. Ha dato il suo alla stampa che immediatamente pubblica le intercettazioni uscite dalle procure, senza darsi molta preoccupazione degli effetti che possono produrre. Ha dato il suo a tutti coloro che non vogliono rendersi conto che ogni comportamento pubblico, di tutti i poteri – governo, magistratura, giornali – ha una valenza educativa per le nuove generazioni. La coerenza i giovani la chiedono a tutti.

Il Cardinale Bagnasco, letto tra le righe, ha dato il suo a tante categorie implicate a diverso titolo in questa fasi di “fibrillazione”, ma tenendo alto il livello del discorso e chiedendo a tutti di fare un esame di coscienza, ha dato il suo soprattutto ai Benedetto della Vedova, ai laicisti di sempre oggi stranamente seguaci della Chiesa e attenti alla pubblica moralità, ieri Zapatero all’italiana, pronti ad approvare qualsiasi comma, non dico articolo, che togliesse dignità alla famiglia tradizionale, che aprisse le porte, anche di poco ma le aprisse, alla possibilità di sospendere idratazione e alimentazione in fine vita.

Ogni quadro è sempre complesso: c’è Arcore, ci sono le intercettazioni, ci sono Santoro, Lerner, Gruber, Fortis, c’è Vauro che ne approfitta per chiamare il Papa pedofilo, c’è un presidente della Camera che fa implacabilmente politica e chiede le dimissioni del governo, c’è chi fino a ieri diceva che Berlusconi era vittima della magistratura e ora dice il contrario, ci sono testimoni veri e inventati, ci sono fughe dalla procura, c’è un’immagine dell’Italia a cui tutti teniamo, c’è la lotta politica fatta con altri mezzi …  e c’è il paese che, uguale o diverso che sia da tutto ciò, non sa se essere sgomento o distratto: nelle parole di Bagnasco, che ha dato a ciascun il suo, ce n’è per tutti.