Chiodi difende il modello Abruzzo a Varsavia ma il Governo Monti rema contro
09 Marzo 2013
Il governo Monti si limita ormai alla gestione degli affari correnti, tirando avanti in attesa che si sbrogli il nodo gordiano generato dalle ultime elezioni Politiche. Ma sembra voler continuare fino all’ultimo in quell’atteggiamento vagamente punitivo nei confronti del centrodestra alla guida di Regione Abruzzo, già sperimentato durante il mese di campagna elettorale. Il Governo ha infatti impugnato davanti alla Consulta sia il Bilancio 2013 che la Finanziaria regionale, affermando che non c’è copertura finanziaria. Tutto questo mentre il governatore Chiodi era a Varsavia per raccontare davanti ai rappresentanti delle Regioni europee perché invece l’Abruzzo può considerarsi un territorio virtuoso
Nella capitale polacca, Chiodi ha spiegato in che modo la sua Regione ha resistito alla crisi, dicendo che la politica deve guardare con "fiducia, ma anche mettendo in atto politiche di sostegno e di sviluppo, alle potenzialità che può offrire il mondo giovanile". Un tasso di disoccupazione giovanile, quello abruzzese, nella media italiana e molto inferiore a quello delle altre Regioni meridionali. E un piano di utilizzo dei fondi europei che dovrà generare nuovi posti di lavoro, puntando sull’alta formazione ma anche sulla valorizzazione del capitale umano femminile, sulla microimpresa, il lavoro autonomo, gli "startupper". Infine, le buone pratiche già lodate dalla stampa italiana nelle settimane scorse: meno tasse, tagli ai costi della politica, rientro del disavanzo sanitario (4o milioni di euro usati per domare l’Irpef).
"L’Abruzzo era la regione con il più alto debito pubblico d’Italia", ha detto fiero Chiodi, "per anni chi ha governato ha pensato di spendere in deficit per soddisfare le proprie clientele lasciando alle generazioni future, ai nostri figli, una pesante eredità fatta di 4 miliardi di euro di debiti. In quattro anni abbiamo centrato l’obiettivo storico di portare i conti in equilibrio, riducendo il debito pubblico del 25% (circa 1 miliardo di euro), riducendo di un terzo la spesa pubblica e conducendo una vera e propria battaglia contro gli sprechi e i privilegi della politica che continuerà senza sosta anche nei prossimi mesi".
Evidentemente il Governo Monti non è dello stesso avviso. Sul Bilancio 2013, il Governo sostiene che non avendo ancora rendicontato il surplus previsto Regione Abruzzo non può invocare il pareggio di bilancio, anche se la Giunta Chiodi ha già annunciato di aver messo in cantiere una variazione del Bilancio stesso per la gestione degli avanzi di cassa. Sulla finanziaria, invece, il Governo denuncia la presenza di norme prive di copertura, concentrandosi su alcuni progetti regionali, sulla gestione forestale, sulla questione del prolungamento del fermo pesca legata al mancato dragaggio del Porto di Pescara, sui finanziamenti al settore dei trasporti. Per molti di questi progetti parliamo di cifre di poche decine di migliaia di euro che non mettono certo l’Abruzzo a rischio default. Il dramma vero se mai è quello che si sta consumando con i ritardi nel dragaggio del Porto di Pescara. Anche in questo caso però da parte del Governo Monti siamo davanti a un atteggiamento severo che sembra espungere dalla discussione cause e criticità che hanno incancrenito il problema.
Regione Abruzzo si è impegnata a sostenere le marinerie colpite economicamente dal mancato dragaggio del Porto (si parla di decine di milioni di euro di danni al settore), sicuramente molto di più di quei magistrati, politici giustizialisti, soloni della carta stampata, che usando la sicurezza ambientale come uno scudo giudiziario hanno contribuito a perpetuare per un anno e mezzo il limbo del mancato dragaggio, per non dire delle lungaggini burocratiche ed istituzionali, che avevano erroneamente spinto il ministero per le Attività Produttive ad annunciare una clamorosa riapertura del Porto per marzo, quando i lavori al contrario sono appena iniziati. C’è qualcosa che non torna nel rigore dei "tecnici".