Chiodi: “Sul servizio idrico in Abruzzo bisogna cambiare musica”
04 Aprile 2013
Il presidente della Regione Chiodi non ci sta. Lo scandalo della cattiva gestione del servizio idrico in Abruzzo deve essere affrontata. Montagne di debiti per un servizio inefficiente rappresentano un grave errore al quale deve essere posto rimedio. E Chiodi vuole fare chiarezza, per questo chiede subito un consiglio straordinario.
Il punto è questo: dal 2009 in Abruzzo c’è una gestione commissariale – il commissario è Pierluigi Caputi – incaricata di riordinare il settore idrico e trasportarlo verso l’ERSI, l’Ente regionale per il servizio idrico integrato. All’ERSI, come è noto, sono state attribuite dalla Regione tutte le competenze che erano in capo agli ex ATO, gli Enti d’Ambito Ottimali, che vantano attualmente crediti nei confronti dei sei soggetti gestori del Servizio Idrico Integrato per un ammontare complessivo di 25 milioni di euro, così come constatato dai commissari liquidatori degli Ato.
La questione è esplosa perché con la conclusione dei lavori dei commissari liquidatori degli ATO e con la Delibera della Giunta regionale del 3 dicembre 2012 (n. 812), trasmessa alla Commissione Consiliare, si ha ormai certezza della gravità dei rischi cui è esposto il settore.
“Le innumerevoli azioni avviate per definire una gestione oculata ed industriale del Sistema – spiega Caputi, – non hanno però sortito gli effetti sperati. Le azioni di controllo analogo e di indirizzo del Commissario nei confronti dei soggetti gestori sono rimaste per quasi tutte le aziende obblighi ignorati, a volte irrisi, nella migliore delle ipotesi rispettati formalmente ma non sotto il profilo sostanziale. E al momento della costituzione dell’ERSI le valutazioni richieste ai Direttori e ai Commissari liquidatori dei diversi ATO hanno denunciato la situazione innanzi descritta, che presenta evidenti caratteristica d’ingestibilità”.
"Si tratta – ha ribadito il presidente Chiodi – di vera emergenza. I risultati della nostra ‘due diligence’ sono evidenti. A dare soluzione non bastano più le azioni del Governo regionale nè tantomeno quelle di un Commissario, perché occorre che le Assemblee dei sindaci, presiedute dai presidenti delle Province e soprattutto dai Comuni, che sono proprietari delle società, abbiano consapevolezza del punto di non ritorno cui si è giunti. I soggetti gestori hanno accumulato negli anni debiti enormi. La Regione Abruzzo – prosegue Chiodi – non può commissariarli, ma li metterà presto di fronte alle loro responsabilità. La musica – conclude il presidente della Regione – dovrà cambiare".