Chiude “News of the World”. Epilogo di un Paese intercettato
07 Luglio 2011
Il ciclone è stato troppo impetuoso e il News of the World non ce l’ha fatta a reggere il colpo. Dopo 168 anni di successi è il suo ‘padre adottivo’, James Murdoch (figlio del magnate australiano e CEO di News Corporation), ad annunciare che il quotidiano chiuderà i battenti sabato 9 luglio, con l’ultima uscita che non presenterà inserzioni pubblicitarie e il cui guadagno andrà “tutto in beneficenza”.
Così lo scandalo intercettazioni scrive la parola fine alla storia della gallinella d’oro dell’editoria giornalistica europea (con le sue 2.868.850 copie settimanali vendute). E lo fa nel modo meno glorioso possibile: con le manette scattate per mezza dozzina di suoi giornalisti e dirigenti, con la convocazione da parte della camera dei Lord di una commissione parlamentare d’inchiesta e con una valanga di contratti pubblicitari cancellati. Un annuncio che ha fatto scomporre senza riserve Rebekah Brooks, ex direttore e amministratore delegato del gruppo, scoppiata in lacrime alla pronuncia della parola ‘fine’ dell’avventura NotW.
Il tabloid, da tempo nell’occhio del ciclone, ha ammesso di aver intercettato cellulari di politici, celebrità e funzionari del palazzo reale, ma le ultime accuse che hanno gettato irrimediabilmente il giornale nel fango riguardano telefoni di vittime degli attentati del 2005 di Londra, familiari di soldati uccisi in Afghanistan – trovati fra i file custoditi da Glenn Mulcaire, l’investigatore privato condannato per aver violato i cellulari di celebrità – e quello di Milly Dowler scomparsa e poi uccisa.
Ma non finisce qui: un elenco di 4mila nomi di persone oggetto di intercettazioni da parte del giornale di proprietà di Murdoch sono attualmente al vaglio della polizia. Molti sapevano di questo wiretapping ma tacevano. Lo ha rivelato un’inchiesta fatta dal Vanity Fair americano in cui l’ex vicepremier laburista John Prescott ha raccontato che la connivenza tra media, politici, poliziotti e gossip era troppo stretta per essere spezzata.
Mentre il phone hacking scandal si ingigantisce di ora in ora – e ha come immediata conseguenza il rinvio della decisione del governo britannico sull’acquisizione, da parte di NewsCorp, della maggioranza della piattaforma satellitare BSkyB –, tra i corridoi del potere e delle redazioni di Londra serpeggia un dubbio: che si tratti di un nuovo Watergate? E ancora, Cameron, che ha voluto al suo fianco, come portavoce e direttore delle strategie di comunicazione, Andrew Coulson, il sospettato numero uno dello scandalo, e ne confermò la fiducia anche quando, qualche mese fa, fu costretto a dimettersi proprio a causa della vicenda, cosa sapeva effettivamente di lui?
Domande a cui prima o poi il sistema più composto e rispettabile al mondo dovrà dare una risposta. Con lo scandalo News of the Week la Gran Bretagna, così, paga simbolicamente lo scotto della deregolamentazione selvaggia del sistema intercettazioni che vige nel paese e che la vedrà al centro dell’attenzione di mezzo mondo per i ricatti e i giochi di potere che si nascondono dietro l’affaire.