Chiusi i congressi provinciali del Pdl, confermati i coordinatori uscenti
05 Marzo 2012
Al termine di una settimana difficile, i vertici del Pdl molisano vincono la partita con gli “oppositori” interni al partito e riescono a far riconfermare ai coordinamenti provinciali di Isernia e Campobasso i loro uomini. È toccato otto giorni fa, in occasione dell’assise provinciale di Campobasso, a Pierluigi Lepore, candidato sostenuto dal governatore, Michele Iorio, e dal coordinatore regionale, Ulisse Di Giacomo; sabato scorso, invece, è stata la volta di Luigi Mazzuto, che è uscito vincitore dalla dura battaglia congressuale di Isernia. Ma se in occasione del primo congresso la partita non è stata praticamente giocata, visto che agli annunci di presentazione di una lista alternativa a quella ufficiale non sono seguiti i fatti, a Isernia le cose sono filate via non troppo lisce. Lì la lista “sfidante” è stata presentata davvero, sotto la regia dell’assessore regionale alla Sanità, Filoteo Di Sandro. A guidarla, il suo uomo di fiducia alla Provincia di Isernia, nonché – fino a sabato – vice-coordinatore del partito, Alessandro Altopiedi. La vittoria è andata sì a Mazzuto, ma con numeri effettivamente risicati: il 52 per cento degli iscritti ha votato per la riconferma, il 48 per un cambio al vertice. Solo 27 i voti di differenza tra le due liste (357 a 330).
Ora si aprono nuovi scenari: la situazione interna al partito nella provincia di Isernia non può essere sottovalutata. Con la riconferma di Mazzuto sono stati delinati in modo chiaro gli equilibri: Iorio e Di Giacomo, alleati con l’europarlamentare Aldo Patriciello, hanno dimostrato di avere la maggioranza e possono quindi andare avanti nel guidare il partito verso i prossimi appuntamenti elettorali (a maggio si vota per il Comune di Isernia) e organizzativi. Viene da sé, infatti, che ora la palla passerà nelle loro mani a tutti i livelli di decisione. Chi ha sostenuto Di Sandro – e questo nel quartier generale del Pdl era parso chiaro già nelle settimane precedenti al congresso – si era automaticamente posto in discontinuità con l’operato del gruppo dirigente, in una situazione di possibile (ora effettiva) minoranza e avrebbe dovuto accettare le conseguenze delle proprie decisioni. Non sappiamo ancora cosa succederà, ma – così come avviene alla fine di ogni appuntamento congressuale – i conti si fanno e chi risulta essere ancora compatibile con il progetto del partito resta. Chi non condivide le scelte dei vertici, si pone legittimamente come minoranza interna. La questione però è molto delicata e mette in gioco non solo le posizioni interne al Pdl molisano, ma anche i ruoli da ricoprire nella Giunta regionale, nel Consiglio e – buttando uno sguardo al prossimo anno, quando si voterà per le Politiche – alla Camera o al Senato.
Le scelte di Di Sandro sono state lette da molti non tanto come un contributo positivo per una migliore gestione del partito, ma piuttosto come il frutto di una strategia ben precisa che aveva l’obiettivo principale di indebolire Iorio e Di Giacomo, permettendo ai suoi uomini di ritagliarsi un sempre maggiore spazio di potere. Ora, per come sono andate le cose, il suo ruolo è possibile che subisca un ridimensionamento. Quale sarà, questo ridimensionamento, è ancora presto per dirlo. Sta di fatto che, con il congresso di ieri, Di Sandro e i suoi sono usciti allo scoperto.