Ci prenderemo D’Alema in Europa ma non chiedeteci di festeggiare

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Ci prenderemo D’Alema in Europa ma non chiedeteci di festeggiare

09 Novembre 2009

E va bene, ci piglieremo pure Max D’Alema come Alto Rappresentante degli Affari Esteri e della Politica di Sicurezza della Ue (avviso a Repubblica e a molti altri: basta parlare di Mr.Pesc). Certo, l’interesse nazionale, certo il prestigio per il paese di avere un italiano in quel ruolo, certo le intese che vanno oltre lo scontro politico. Capiamo e ci adeguiamo, ma non ci chiedete di festeggiare e metterci in ghingheri per l’occasione.

Ce lo ritroveremo ministro degli Esteri europeo e vice-presidente della Commissione e sarà ancora più sprezzante, più supponente, più sopracciglioso. E siamo pronti a scommettere che la parola gratitudine non attraverserà neppure per un istante la sua mente quando si tratterà di riconoscere i meriti di Berlusconi per la nomina. (Non sarebbe neppure la prima volta che Berlusconi fa una scelta bipartisan per l’Europa, ricordate Emma Bonino commissario? E per quanto ci sforziamo ci riesce tutt’ora difficile immaginare la scena a parti invertite.)

Lui d’altronde l’ha già detto: "Non è questione che si giochi tra me e Berlusconi". Però intanto Max fa il finto tonto e il Cav. si spende a destra e a manca per tenere viva la candidatuta e smussare i dubbi, specie quelli dei paesi ex-comunisti a cui non piace l’idea di affidare la politica estera comune a uno che andava a prendere la linea a Mosca.

D’Alema direbbe che la questione "comunista" è un ossessione berlusconiana, non degna di un Paese Normale. Ma andatevi a leggere il bell’articolo di Fabio Martini oggi sulla Stampa. Ad un certo punto si racconta del giorno della caduta del Muro e di come  i vertici del Pci fossero tutti assieme a Botteghe Oscure in preda allo sconcerto. C’erano D’Alema, Veltroni, Petruccioli, Fassino e altri. Insomma, la nuova generazione. Davanti alle immagini che giungevano da Berlino erano spaesati e senza idee, così andarono a consigliarsi con il vecchio Alessandro Natta nella stanza accanto, che sentenziò: "Qui crolla un mondo, cambia la storia… ha vinto Hitler… Si realizza il suo disegno, dopo mezzo secolo". Il sogno di Hitler, capito, non  quello di milioni di tedeschi dell’Est che uscivano da un incubo lungo trent’anni.

Le cronache non registrano la reazione di Massimo D’Alema. Ma lui era lì, a Bottege Oscure non certo a Berlino a picconare.