Ci sono momenti in cui l’uomo deve incassare le lamentele della sua donna
19 Agosto 2009
Siamo sul ponte del traghetto che ci sta riportando a terra, è il nostro terzo traghetto. Mi piace questa dimensione marina che ci fa attraversare acque stupende che collegano terre incredibili.
E mi piace che siano collegate da queste acque: sia per la qualità dell’acqua stessa, che è davvero bellissima e si vede fino al fondo anche dalla cima della nave, che soprattutto per il fatto che sia ACQUA, e che in quanto tale custodisca meglio i tesori che circonda: l’acqua non si attraversa facilmente, come la terra, per attraversarla c’è bisogno di una barca.
Arrivati a Marsala recuperiamo la macchina e ci dirigiamo verso San Vito Lo Capo. Decidiamo di saltare Trapani per evitare la confusione cittadina. Ma veniamo colpiti da un paesello arroccato che si vede da dovunque e decidiamo di fargli visita: Erice.
Già la strada per arrivarci è incantevole: man mano che si sale, così come il paesino si vedeva da dovunque, da lì si vedeva tutto il circondario, isole comprese.
Ma è una volta arrivati che restiamo senza parole: panorami bellissimi visti da cortili ombrosi alla fine di vicoli deliziosi.
I panorami sono davvero mozzafiato, ma è curioso come tra vicolo e vicolo cambi anche la pavimentazione: ora ciottoli levigati e luccicanti al sole, ora piastrelle inserite fra lunghe pietre bianche e piatte, o viceversa per la colorazione.
E su OGNI porta di casa è affissa una targa in ceramica con i nomi di chi ci abita.
Ci sono le targhe anche sulla porta della caserma dei carabinieri!
Riprendiamo la via verso San Vito Lo Capo, e anche in questo caso il solo arrivare è un’esperienza: la strada, in ampi tratti a picco sul mare, apre panorami incredibili ad ogni curva, fino a quando non si raggiunge il rettilineo finale che costeggia una torre con dietro il cielo, vista la prospettiva in salita, anch’essa splendida.
Purtroppo però, una volta lì trovare un posto per dormire è alquanto difficile: ci fermiamo in tutti i campeggi e b&b ma niente, tutto pieno.
Siamo stupiti dal fenomeno visto il giorno qualsiasi in mezzo alla settimana (di non ferragosto), e ci innervosiamo. Soprattutto Roberta che comincia a sbraitare che me lo aveva detto di non passare ad Erice e di venire direttamente a cercare posto e di partire prima ecc.
Vorrei dirle che se era per questo io avrei prenotato tutti gli alberghi da Roma, altro che partire presto, ma non lo faccio, in nome del bene superiore nel quale ho deciso di credere da un anno a questa parte: la coppia.
Per fortuna poi, tornando ad un campeggio dove ci avevano detto di riprovare tra un paio d’ore, scopriamo che un bungalow è diventato disponibile.
La location è fenomenale: il campeggio è di fronte alla spiaggia principale a fianco alle strade del centro del paese.
Prendiamo possesso della stanza e devo dire che non è niente male: le stradine interne al camping sono strette e costellate di stanze, e gli spazi comuni come la piscina o il bar sono aperti su delle piazzette alle spalle della schiera di stanze.
Dall’altro lato, tende fino a perdita d’occhio.
“Bel campeggio eh?” dico a Roberta: “Pensa se non trovavamo posto da nessuna parte!” provo a sdrammatizzare la tensione accumulata nella ricerca e non ancora del tutto svanita.
“Ti ammazzavo” risponde lei, per l’appunto.
Credo che in alcuni momenti un uomo debba saper incassare le lamentele irrazionali della sua donna, soprattutto se sa che sono episodiche e circostanziali.
Roberta non è così sempre, anzi. E ogni tanto, con tutto quello che mi da tutto il resto del tempo, si può anche permettere di esserlo.
“Ah mi ammazzavi! E allora adesso ti ammazzo io!”.