Cile: dopo quarant’anni si chiude il caso Neruda
09 Novembre 2013
di redazione
Fine del mistero sulla morte del poeta cileno Pablo Neruda. Dopo sei mesi dalla riesumazione della salma un team di 15 medici legali ha annunciato che non ci sono tracce di veleno nelle sue spoglie e che quindi è confermato che il Premio Nobel per la Letteratura nel 1971, è morto a causa di un cancro alla prostata come era stato stabilito dopo il suo decesso, nel settembre del 1973. Lo ha annunciato Patricio Bustos, responsabile del servizio medico legale cileno, che nel rapporto preparato dagli specialisti che hanno analizzato i resti, riesumati lo scorso 8 aprile, dichiarando: "Non sono stati trovati agenti chimici rilevanti che possano avere un legame con la morte del signor Pablo Neruda. Attraverso diverse tecniche complementari è stata confermata l’esistenza di lesioni metastatiche in vari segmenti dello scheletro, che corrispondono alla malattia per la quale era stato curato Neruda prima di morire, il 23 settembre del 1973 nella clinica Santa Maria di Santiago". Si conclude in questo modo la vicenda che dura da più di quarant’anni che si è sempre pensato fosse legata al golpe militare dell’11 settembre 1973 in Cile. Il suo autista Manuel Araya, infatti, sosteneva da tempo che il poeta cileno fosse stato avvelenato, forse su ordine del dittatore cileno Augusto Pinochet pochi giorni dopo il suo insediamento al potere e la deposizione e morte di Salvator Allende.