Cina cresce del 6,7%, ma il 2017 è a rischio

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Cina cresce del 6,7%, ma il 2017 è a rischio

20 Gennaio 2017

Il Pil cinese è cresciuto del 6,8% a livello annuale nel quarto trimestre, in lieve accelerazione rispetto all’incremento del 6,7% dei tre mesi precedenti e leggermente al di sopra delle attese (+6,7% a/a). Diversi economisti fanno notare che la performance positiva di fine hanno è dovuta soprattutto al denaro facile concesso dalla Banca centrale e all’ingente spesa pubblica di Pechino. “Il quarto trimestre è stato piuttosto solido, ma vediamo segnali di rischi al ribasso”, puntualizza Shuang Ding, economista di Standard Chartered Bank, ricordando che nel 2017 “le rifome saranno incrementali, non radicali, perché la stabilità” e non la crescita “sarà la priorità” delle autorità di Pechino.

Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente alzato la stima di crescita del Pil della Cina nel 2017 di 0,3 punti percentuali al 6,5%, ma ha messo in guardia Pechino dai rischi dell’eccessivo indebitamento e di un forte rallentamento della performance economica nei prossimi anni. Quanto alla produzione industriale cinese ha rallentato leggermente a dicembre. Il dato è salito dello 0,46% a livello mensile e del 6% su base annuale, in calo rispetto all’incremento del 6,2% di novembre.

Le vendite al dettaglio cinesi sono invece salite dello 0,89% a livello mensile e del 10,9% su base annuale a dicembre, in lieve accelerazione rispetto al +10,8% di novembre. Il dato ha inoltre battuto il consenso degli economisti che si aspettavano un incremento più contenuto, pari al 10,6% a/a. Per quanto riguarda infine l’intero 2016, le vendite sono cresciute del 10,4% rispetto al +10,7% del 2015. Infine le vendite di case in Cina sono aumentate del 36,1% a livello annuale nell’intero 2016. A dicembre invece il dato, sempre su base annuale, è cresciuto del 16,8% rispetto all’incremento del 16,2% di novembre, con Pechino impegnata, attraverso misure restrittive sull’immobiliare, a evitare lo scoppio di una bolla immobiliare. 

A un calo dei consumi, invece, fa da contraltare la spesa per grandi progetti infrastrutturali.  Il che porta Ning Jizhe a non demonizzare la pur evidente crescita del debito corporate, a 169% sul Pil.