Cina: “La diplomazia del Dalai Lama non cambierà il Tibet”

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Cina: “La diplomazia del Dalai Lama non cambierà il Tibet”

01 Novembre 2007

Le numerose visite ad alto livello da parte del Dalai Lama ai paesi occidentali non avrà effetti sullo stato del Tibet, amministrato dalla Cina, ma servirà solo a danneggiare le relazioni con Pechino. Lo ha detto oggi il ministero degli Esteri cinese.

Il Dalai Lama, considerato il leader spirituale del buddismo tibetano, è stato ricevuto il mese scorso dai leader di Canada e Stati Uniti ed ha incontrato il primo ministro australiano e il cancelliere tedesco all’inizio dell’anno.

“Alcuni paesi o persone appoggiano il Dalai Lama con il motivo ulteriore di tentare di interferire con gli affari interni cinesi”, ha detto il portavoce del ministro degli Esteri Liu Jianchao durante una conferenza stampa.

“Penso che i loro tentativi non cambieranno nulla… Non possono cambiare i cinesi, compresi i compatrioti tibetani, nella salvaguarda della sovranità del paese e dell’integrità territoriale”.

La Cina considera il Dalai Lama un esiliato politico e un traditore da quando scappò dal Tibet nel 1959 dopo una fallita rivolta contro il governo cinese.

Nella sua ultima mossa diplomatica, il Dalai Lama incontrerà Papa Benedetto XVI in Vaticano a dicembre.

“Speriamo che il Vaticano non faccia nulla che ferisca i sentimenti dei cinesi. Invece, dovrebbe fare qualcosa che dimostri che è sincero nel tentare di migliorare le relazioni”, ha detto Liu, facendo riferimento ai difficili rapporti tra la Santa Sede e Pechino.

Il Dalai Lama è stato ricevuto da papa Benedetto in una visita low-profile l’anno scorso, e incontrò anche papa Giovanni Paolo II.

Liu ha negato inoltre la notizia dell’International Campaign for Tibet, secondo cui guardie cinesi al confine avrebbero sparato contro un gruppo di tibetani in fuga verso il Nepal il mese scorso.

“L’informazione che la polizia cinese abbia tentato di sparare al confine è assolutamente senza fondamento”, ha detto.

Lo scorso anno, una giovane suora è stata uccisa da guardie cinesi che hanno sparato su un gruppo di tibetani nella stessa zona, il passo ghiacciato di Nangpa La. Dell’evento furono testimoni un gruppo di scalatori.