Cina, la spinta al cambiamento viene dalla terza età

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Cina, la spinta al cambiamento viene dalla terza età

06 Maggio 2008

Comunemente si suole associare il “dissenso” all’irruenza
giovanile. Ma la protesta non è solo un fatto per giovani. Da nessuna parte ciò
è vero più che in Cina, dove gli attivisti politici più agguerriti appartengono
a una generazione di settantenni e ottantenni. Come affermava Confucio: “A
settant’anni posso seguire ciò che il mio cuore desidera, senza infrangere
nessuna regola”.

Un simile uomo è Ye Tingfang, uno studioso settantunenne di Letteratura
tedesca all’Accademia Cinese di Scienze Sociali (Chinese Accademy of Social
Sciences). Il signor Ye è diventato famoso l’anno scorso per aver presentato
all’Assemblea Legislativa una proposta di legge che mirava a porre fine alla
politica del figlio unico. La sua proposta non fu votata e tanto meno
dibattuta, ma venne sottoscritta on-line da tre milioni di cinesi.

Ci sono altri uomini come Ye – cittadini anziani che si
sentono autorizzati ad agire dall’età e dalla posizione che hanno ottenuto alla
fine delle loro lunghe carriere. Quando nel 2003 si diffuse in Asia un’epidemia
di SARS, Jiang Yanyong, un medico militare e membro del Partito Comunista, al
tempo di 71 anni denunciò le infezioni e contò il numero dei contagi. Nella
provincia di Henan, i dottori Gui Xien e Gao Yaojie (nati rispettivamente nel
1937 e 1927) furono i primi a condurre test che identificarono nell’AIDS la
causa di migliaia di morti misteriose. Essi pubblicarono i risultati e spronarono
il governo ad adottare misure atte a prevenire le infezioni di HIV/AIDS.

La storia del signor Ye è per molti versi rappresentativa di
questa generazione. Essi hanno vissuto i terrori simili dell’invasione
giapponese e della Rivoluzione Culturale, sono stati “rieducati” col lavoro nei
campi e videro morire i loro cari di fame. Crebbero in famiglie numerose, divise dalla guerra e da agitazioni popolari. Essi
sono privati cittadini che parlano quando vedono qualcosa di sbagliato –
qualcosa che può essere dannoso per la vasta maggioranza della popolazione
cinese, persone che hanno a cuore il proprio sostentamento e la protezione delle proprie famiglie.

Nato in una povera famiglia nella campagna della provincia
di Zhejiang, all’età di otto anni gli venne amputato il braccio sinistro dal
gomito in giù quando, in seguito ad una caduta, questo gli si incancrenì. Inadatto
al lavoro dei campi, frequentò la scuola e fu il solo tra i suoi fratelli a
diplomarsi. Egli dice che la tragedia giovanile lo avvicinò agli scritti di
Franz Kafka, che lesse per la prima volta di nascosto durante la Rivoluzione
Culturale. Ye accosta se stesso a Gregor Samsa, il protagonista delle
“Metamorfosi” di Kafka che, una mattina, al risveglio, scoprì di essersi
trasformato in uno scarafaggio.

Inizialmente Ye, in una società in cui le persone con handicap
fisici sono messi ai margini, fu escluso dall’università e dalla possibilità di
studiare all’estero – ostacoli che alla fine riuscì a superare. Nel 1950 fu
ammesso alla Facoltà di Lingue Straniere presso l’Università di Pechino e nel
1964 divenne membro dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali. Due anni dopo
scoppiò la Rivoluzione Culturale e nel 1968 l’intera Facoltà fu mandata a
lavorare nei campi nella provincia di Henan.

Al termine della Rivoluzione Culturale poté scrivere sugli
argomenti letterari che egli amava particolarmente – Kafka e Friedrich
Durrenmatt. Perché intellettuale pubblico, nel 1998 Ye entrò nella Chinese People’s
Political Consultative Committee (CPPCC).
Una delle sue prime iniziative alla CPPCC, che si riunisce annualmente e
funzione come un organo consultivo per l’Assemblea Legislativa de iure, fu l’opposizione al piano
governativo di restaurare il fatiscente Vecchio Palazzo d’Estate. “La storia
del Vecchio Palazzo d’Estate porta le ferite delle invasioni straniere della
Cina”, egli dice, riferendosi all’incendio e al saccheggio perpetrato dai
soldati britannici durante l’invasione del 1860.

Fu membro della CPPCC per 10 anni e durante tutto questo
periodo fu autore di numerose proposte, che andavano dalle riforme del sistema universitario
alle semplici riparazioni stradali. Durante il suo ultimo anno di servizio
presso il CPPCC si è occupato di un tentativo di abolizione della politica del
figlio unico. Anche se la sua proposta fu relativamente moderata – essa
prevedeva, infatti, la sostituzione della politica del figlio unico con una dei
due figli, e non eliminava completamente la restrizione – essa rappresentò,
comunque, la notizia più importante nei media
cinesi, e ottenne la sottoscrizione di altri 28 membri del CPPCC.

“Sapevo che la mia proposta non poteva essere accettata dal
momento che è materia di politica nazionale”, dice. “Sapevo che non sarebbero
stati contenti. Ma questo è il mio compito come delegato”. Ye si oppone alla
politica del figlio unico innanzitutto perché vede un impatto sociale negativo
nell’avere bambini che crescono come “piccoli imperatori” senza fratelli o
cugini della stessa età. “Davvero ciò è un danno ed è innaturale”, egli dice.
“Ciò muta la personalità della gente in peggio”.

La Commissione sulla Pianificazione Familiare e della
Popolazione (Population and Family Planning Commission) non fu contenta. Appena
chiusa la sessione della CPPCC, il sig. Ye fu invitato a visitare la sede della
Commissione, dove i responsabili gli illustrarono la propria posizione sulla
politica del figlio unico. Egli non fornisce molti particolari sulla visita.
“Essi furono molto amichevoli, cortesi, ma non cambieranno politica” dice, al
che abbandonò l’iniziativa.

Da
allora le autorità di Pechino perseguirono con maggiore determinazione la
politica del figlio unico, nonostante gli allarmi dei demografi mondiali. È
possibile che, lentamente, iniziative come quella di Ye si intensifichino.

Per molti aspetti la storia del sig. Ye ricorda che
l’attività politica e l’impegno civico può prendere molte, differenti forme. Il
solo parlare direttamente a ciascuna mente può diventate negli stati autoritari
un contributo civico. A conclusione della nostra intervista iniziamo a parlare delle Olimpiadi. Ye non è
impressionato dalla profonda pulizia pre-olimpica del suo quartiere, e paragona
il suo nuovo aspetto a “una giovane ragazza che non sa come truccarsi”. Una
simile onestà può essere usata di più dal suo Paese.

© The Wall Street Journal Asia

Traduzione

Graziano
G. Curri