Cina, l’inflazione al 2,3%. Crescita più forte da aprile

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Cina, l’inflazione al 2,3%. Crescita più forte da aprile

Cina, l’inflazione al 2,3%. Crescita più forte da aprile

09 Dicembre 2016

Nuova accelerata dei prezzi al consumo in Cina. Per il terzo mese di fila, l’inflazione registra una crescita dando nuovi segnali di ripresa dell’economia del Dragone. Nel mese di novembre, i prezzi sono saliti del 2,3% dal +2,1% di ottobre, registrando la crescita più forte da aprile, secondo quanto segnalato dall’ufficio nazionale di statistica, il National Bureau of Statistics. Superate le stime del mercato, che aveva segnalato un aumento del 2,2%. I prezzi degli alimentari sono cresciuti del 4,4% e si confrontano con il +3,7% riportato a ottobre.

In aumento anche i prezzi alla produzione, sempre a novembre, del 3,3% tendenziale dopo il +1,2% riportato il mese precedente. Si tratta del più forte aumento da più di cinque anni. Gli economisti avevano previsto un +2,4%. Ieri sono giunti i dati sul commercio estero che hanno evidenziato un aumento delle esportazioni, per la prima volta, dopo sette mesi di cali mensili consecutivi.

 A settembre, l’indice era tornato per la prima volta in territorio positivo dall’aprile 2012, con una crescita dello 0,1%, secondo molti analisti un segnale si stabilizzazione dell’economia di Pechino. Il dato dell’inflazione arriva sull’onda delle polemiche riguardanti i dati cinesi. Ieri, sulle pagine del Quotidiano del Popolo, il più importante giornale cinese, il direttore dell’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, Ning Jizhe, aveva condannato la pratica di alcune amministrazioni locali cinesi di falsificare i dati economici, tornando ad alimentare lo scetticismo che da tempo accompagna i commenti sui dati ufficiali che escono da Pechino, in particolare quelli relativi al prodotto interno lordo. Ningè’ a capo dell’Ufficio Nazionale di Statistica dalle prime settimane del 2016, dopo il siluramento a sorpresa del suo predecessore, Wang Baoan, il 26 gennaio scorso. Wang è da settembre ufficialmente sotto indagine per corruzione con l’accusa di essere responsabile di una ‘bancarotta morale’ e di non avere ‘alcun credo politico’.