Cina mezza frenata, salvi servizi e consumi
19 Ottobre 2015
di redazione
La Cina corre meno, ma la crescita del gigante asiatico non si riduce tanto quanto temevano gli analisti finanziari. Il secondo trimestre di Pechino, che ha coinciso con la bolla della borsa e la pesante svalutazione dello Yuan, si chiude con PIL in aumento del 6,9%, il più basso dal 2009: un decimale in meno di quello previsto dal Governo, uno in più di quanto prevedevano gli analisti. Settori come servizi e consumi personali continuano a tirare il Pil cinese, a fronte di export e manifatture che segnano il passo. La produzione industriale nel mese di settembre ha segnato un più 5,7%, in discesa rispetto alle aspettative, ma le vendite al dettaglio vanno bene, segnando un più 10,9%. Sono proprio i dati sull’export e la produzione industriale che preoccupano gli analisti sulle reali condizioni della economia della Cina, in particolare il dato negativo sugli investimenti in capitale fisso. In ogni caso la Cina rappresenta oggi il 30% della crescita mondiale e nei primi sei mesi dell’anno il gigante asiatico ha creato 7,18 milioni di nuovi posti di lavoro nelle grandi città.