Cina: riforme possibili solo col partito comunista

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Cina: riforme possibili solo col partito comunista

15 Ottobre 2007

Il presidente Hu Jintao, all’avvio del 17esimo congresso del Pc, ha garantito che la Cina proseguirà sulla strada delle riforme politiche di fronte  alle crescenti pressioni sociali, ma solo col Partito comunista saldamente al potere.

“Dobbiamo mantenere il ruolo del partito come il nocciolo duro della leadership nella guida della situazione globale”, ha detto Hu nel suo discorso davanti a oltre 20mila delegati.

“La partecipazione dei cittadini alle questioni politiche si amplierà in modo ordinato”, ha detto ancora il numero uno della Cina, aggiungendo: “I valori socialisti di base prevarranno tra il popolo…”.

La presidenza di Hu in questi ultimi cinque anni ha coinciso con una crescita a rotta di collo dell’economia, ma anche del ruolo diplomatico della Cina. Un’ascesa che sarà consacrata nel 2008, quando Pechino ospiterà i Giochi Olimpici. La Cina deve anche far fronte a una serie di gravi sfide al proprio modello di sviluppo, tra cui l’enorme divario tra ricchi e poveri, una diffusa crisi ambientale e la corruzione nelle fila delle istituzioni, fattori che stanno alimentando la rivolta sociale.

Dopo la cacciata nel 2006 dell’ex capo del Pc di Shanghai Chen Liangyu, accusato di corruzione, Hu ha avvertito che la corruzione politica resta ancora una minaccia di primo piano, e che non sarà tollerata.

“Punire risolutamente e prevenire efficacemente la corruzione assicura il sostegno popolare al partito e la sua stessa sopravvivenza, e inoltre è un importante compito politico che il partito deve svolgere in ogni momento”, ha detto il presidente.

Dopo essere succeduto a Jiang Zemin nel 2002 alla guida del partito, Hu ha promosso la creazione di una “società armoniosa” che contribuisca a una diffusione più equa delle ricchezze nel paese. Questo slogan, insieme a quello della “prospettiva scientifica dello sviluppo”, che punta a bilanciare la crescita economica con la sostenibilità ambientale saranno iscritti nei documenti di partito, una vittoria per Hu in un sistema politico in cui le formule ideologiche non equivalgono automaticamente al potere.

E parlando per oltre due ore, Hu ha detto che intende continuare a percorrere il cammino di una crescita più bilanciata: “Attueremo il sistema di responsabilità per la conservazione dell’energia e la riduzione delle emissioni… la nostra crescita economica viene realizzata con costi eccessivamente alti di risorse e ambiente”.

Ma Hu ha anche spiegato che la Cina, nel mirino degli altri paesi per i suoi surplus da record nel commercio, deve crescere più sulla spesa dei consumatori che sulle esportazioni e gli investimenti. E al tempo stesso, la Cina deve affrontare la sfida tecnologica.