Cinque stelle pronti ad allearsi col Pd anche in Emilia: crolla l’ultimo barlume di identità ‘grillina’

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Cinque stelle pronti ad allearsi col Pd anche in Emilia: crolla l’ultimo barlume di identità ‘grillina’

Cinque stelle pronti ad allearsi col Pd anche in Emilia: crolla l’ultimo barlume di identità ‘grillina’

09 Ottobre 2020

Ormai, nell’osservare la triste parabola 5 Stelle, non resta nemmeno lo stupore. Ieri in Emilia Romagna la capogruppo 5 Stelle Silvia Piccinini ha annunciato di essere pronta a “dialogare su temi e obiettivi concreti per portare avanti ipotesi di future alleanze elettorali col Pd”. Insomma, ha detto che i 5 Stelle alle prossime Regionali (tra quattro anni quattro) si alleeranno col Pd accettando di divenirne stampella. Ecco, il fatto che questa apertura, questo mettere le mani avanti in vista di una incredibile giravolta, non stupisca è la cartina di tornasole di una involuzione totale, riconosciuta, palese. E’ vero che 5 Stelle e Pd a Roma e in diverse parti d’Italia sono già alleati, ma l’Emilia Romagna sembrava l’ultima roccaforte della purezza perduta. In Emilia Romagna un anno fa i grillini non solo avevano presentato un proprio candidato contro il Pd di Bonaccini, ma chiudendo gli occhi sull’intesa Conte-bis, avevano continuato ad attaccare i Dem come ai bei tempi dei vaffaday. Insomma da Piacenza a Rimini per i pentastellati l’accordo col Pd era ancora visto come la ‘morte nera’ evocata da Di Battista.
Ebbene, ieri Silvia Piccinini, espressione di quell’ala ‘talebana’ e vicina al ribelle Max Bugani, ha deciso di alzare bandiera bianca e di abbattere l’ultimo baluardo della identità rivoluzionaria che fu. Un baluardo non solo simbolico, perchè il resistere in Emilia Romagna aveva un senso proprio per la peculiarità della storia di questa Regione guidata da sempre da un monocolore Pci, Pds, Ds, Pd. Resistere in Emilia Romagna, aveva un senso nonostante i voltafaccia romani, perchè nella terra rossa per eccellenza il sistema di potere costruito dal Pd è forse l’espressione più limpida di quell’avversario politico evocato dai grillini delle origini. Invece il partito di Grillo ammaina bandiera anche a Bologna, a Modena, a Reggio Emilia accettando – visti i numeri – di diventare spalla e comprimario del Sistema stesso. Preferendo a una probabile, ma comunque dignitosa fine sul campo di battaglia, una lenta agonia sul letto imbellettato preparato dal nemico di sempre.
Il Pd ovviamente festeggia, si complimenta per la responsabilità e il contributo positivo di merito, e coccola l’ex avversario addomesticato e ridotto a semplice paggetto. Ma davvero queste ipocrite carezze sulla testa fanno meno male, a quel che resta dell’orgoglio pentastellato, delle sincere bastonate di un tempo?