Cittadinanza: Boldrini accelera, Forza Italia frena. I rischi di una legge fatta male

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Cittadinanza: Boldrini accelera, Forza Italia frena. I rischi di una legge fatta male

18 Giugno 2016

La presidente della Camera Laura Boldrini accelera sulla cittadinanza e Forza Italia si mette di traverso. Per Boldrini la legge sulla cittadinanza serve perché l’Italia “è fuori tempo massimo”: il nuovo ius soli temperato è stato approvato ad ottobre e ora dunque il Senato deve esaminarlo “in fretta”. Secondo la presidente della Camera “non è la legge ideale, ma è comunque una svolta. Il nostro Paese invecchia e dobbiamo incentivare le politiche alla famiglia e riconoscere che ci sono nuovi italiani”.

Subito arriva lo stop di Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia, che definisce “deplorevole” il fatto che Boldrini “pretenda di dettare l’agenda del Senato”. “Il provvedimento”, aggiunge Romani, “va cambiato radicalmente”, annunciando battaglia in aula.

Per il vicepresidente di Montecitorio Simone Baldelli (FI), il Senato “ha tutto il diritto di discutere, esaminare, modificare, approvare o respingere il provvedimento, nei tempi che autonomamente deciderà di darsi”. La legge sulla cittadinanza è a Palazzo Madama, dopo che il provvedimento è stato incardinato in commissione Affari Costituzionali e dopo aver ricevuto l’ok della maggioranza. Hanno votato no FI e altre forze di opposizione, M5S si è astenuto.

Secondo il presidente della commissione Affari Sociali della Camera Mario Marazziti (Democrazia Solidale-CD); “La legge sulla cittadinanza dei bambini nati in Italia e che studiano in Italia, quella dello ‘ius soli temperato’ e della introduzione dello ‘ius culturae’, che ratifica e dà diritti a una prima generazione di ‘nuovi piccoli italiani’, deve essere un altro pilastro di questo 2016 dei diritti civili”. Per Marazziti, “Boldrini ha fatto bene a ricordarne l’urgenza, dopo lo straordinario lavoro fatto alla Camera, almeno per la parte riguardanti i minori”.

Ma anche Maurizio Gasparri invita Boldrini a non “dare ordini” al Senato: “Rivendichiamo l’ autonomia del Senato  che non può subire pressioni di alcun tipo e deve avere tutto il tempo necessario a esaminare e soprattutto cambiare una legge assurda”. Secondo il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli la presidente della Camera ha “mancato di terzietà”.

In realtà, questa storia dell’Italia che è rimasta indietro, come dice Boldrini a proposito della cittadinanza, ricorda quella sulle unioni civili. Anche in questo caso la propaganda è ‘Italia ultima in Europa’, quando sappiamo che, nel caso delle unioni civili, tanti Paesi europei non si sono allineati a quelli che scelgono matrimoni e adozioni gay. Su temi del genere, dunque, non si tratta, come vorrebbe far credere Boldrini, di una battaglia tra progresso e conservazione, ma di due differenti visioni della società, ognuna specifica di uno schieramento politico.

Del resto Paesi come la Francia, dove integrazione e cittadinanza hanno fatto rapidamente passi avanti negli anni scorsi, attraverso il modello dell’assimilazionismo, sono gli stessi dove il vecchio paradigma è saltato, com’è saltato quello “multikulti” perché, invece di trovare una identità condivisa, sui principi della tradizionale nazionale, si è subordinata l’integrazione al credo laicista dominante.

In Francia, come in altri Paesi occidentali, si è così coltivata la separatezza, più che la integrazione, e il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti. Pensare, come si sta facendo nel parlamento italiano, di affrontare questioni del genere appigliandosi a regolamenti, burocrazia e automatismi, rischia solo di creare nuove divisioni tra comunità e generazioni di immigrati, allontanandone l’integrazione invece di avvicinarla.