Civismo e centrodestra unito, la ricetta Marchini per Roma
06 Febbraio 2016
“Mi diranno che sono un visionario come Berlusconi,” dice Alfio Marchini, candidato sindaco al Campidoglio, parlando al Tempio di Adriano. “Ma su Roma, se si avvia un percorso di unione delle varie identità, si vince al primo turno perché si crea un effetto valanga, tipo palla di neve”. Insomma, è un centrodestra unito quello che auspica Marchini nella Capitale, con l’imprenditore schierato a fare da ‘federatore’ di tutte le forze politiche che si sentono alternative al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle.
Marchini interviene durante il convegno “I corpi intermedi davanti alla crisi della politica. Il caso di Roma”, e spiega: “Con chi voglio vincere? Nel Pd c’è una guerra interna, i Cinque Stelle stanno chiusi nel loro mondo. Poi c’è tutta quest’altra parte, dove serve una politica a destra di Storace e a sinistra del Pd: liberali ma vicini ai più fragili”. E’ ricetta di un “nuovo civismo” che si presenta appunto come alternativa all’antipolitica e alle forze di governo, in particolare i democrat, messi male nella Capitale dopo gli ultimi scandali.
“Non c’è cosa più gratificante che fare politica,” dice Marchini, “avere della gente che ti affida un pezzo del suo futuro. Lo dico anche ai miei figli: la felicità ha due caratteristiche, appartenere a qualcosa e avere un’identità. E una precondizione: non si è felici da soli. E a Roma si sono perse sia identità che appartenenza”. Marchini ricorda “il fallimento di chi ha governato Roma negli ultimi decenni: quello è un modello di gestione finito, tanto che fin dall’inizio dell’esperienza Marino sapevo che presto si sarebbe rivotato”.
“Ora ci sono due strade: una che dice mandiamo tutti a casa, licenziamo tutti; l’altra che continua con le logiche clientelari. Secondo me ne esiste una terza: la politica deve contenere civismo, che la deve ossigenare”. “Il Pd è autoassolutorio, per loro è sempre colpa qualcun altro. M5s insiste su una presunta superiorità morale. Poi ci siamo noi: gente seria che si programma con un programma concreto, dice quanti soldi servono e dove si prendono, quali sono le persone per realizzare i progetti”.
C’è vicinanza tra Marchini e il senatore Andrea Augello, fondatore della associazione “Cuori italiani” che appoggia la candidatura a sindaco di Marchini. “Bisogna allargare la partecipazione ad esponenti della cultura, delle professioni, ai commercianti, architetti, ingegneri”, spiega Marchini parlando delle primarie, ma Alfio si concentra sempre sulla “prateria” di consensi che esiste tra Pd e M5S e che queste due forze non sono in grado di coprire, “un campo non omogeneo, con persone come me, Storace o la Meloni che sicuramente abbiamo una storia diversa”.
"Questa città è stata avvelenata da chi? Da chi urla contro ‘i costruttori palazzinari’ e poi ha fatto le certificazioni. Ma chi le ha fatte? Allora io mi domando in modo serio: non c’è ripresa economica se l’edilizia non riparte, dobbiamo aiutare l’edilizia a fare una riconversione, c’è da fare una grande opera di manutenzione ordinaria e straordinaria per questa città e bisogna ridare lavoro a una città che sta morendo", spiega il candidato illustrando le sue idee su Roma.
"Bisogna rimettere in moto questa città in modo intelligente, mettendoci al fianco delle imprese, aiutandole nel rapporto con le banche, dando una prospettiva di crescita economica", aggiunge Marchini. "L’accusa più grave che muovo al governo Renzi – attacca – è che invece di spendere tutti i soldi con gli 80 euro, avrebbe potuto spenderne il 50% per una grande opera ordinaria e straordinaria delle città, modernizzando le infrastrutture fisiche, portando soldi a pioggia dentro le tasche delle imprese".