Clini bacchetta De Magistris per il controsenso dei rifiuti spediti all’estero

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Clini bacchetta De Magistris per il controsenso dei rifiuti spediti all’estero

06 Marzo 2012

Quando nel gennaio scorso la prima nave dei rifiuti toglieva l’ancora dal porto di Napoli per dirigersi in direzione Rotterdam, molti avevano faticato a caprine il senso. Perché, ci si chiedeva, spendere dei soldi per inviare in un altro paese rifiuti che potrebbero in qualche modo essere smaltiti e portare benefici alla Campania? Pochi giorni dopo, oltre al danno era arrivata anche la beffa. Eric Sloots, direttore commerciale della olandese “Avr”, la società che riceve i rifiuti napoletani, aveva dichiarato in maniera ironica: “Grazie agli italiani ci faremo 35 milioni di docce calde, convertendo i rifiuti in energia”.

Oggi, che la scelta – voluta fortemente dal Sindaco Luigi De Magistris – fosse un’operazione decisamente maldestra, se ne è accorto anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che, senza mai nominare il numero uno di Palazzo San Giacomo, ha commentato così la situazione: “I rifiuti napoletani alimentano le centrali di città olandesi e siccome questo non avviene gratis le comunità italiane e napoletana devono pagare per questo servizio. Di fatto, noi forniamo materia prima per far produrre elettricità all’Olanda e paghiamo anche. È un controsenso”.

Che dire, il ragionamento del ministro non fa una grinza e serve a sottolineare, ancora una volta, come quella delle navi olandesi sia stata in realtà un’operazione puramente mediatica, messa in campo per mascherare i problemi di una città ancora in preda all’emergenza spazzatura. E De Magistris, il protagonista delle “crociere della monnezza, ” come ha incassato le parole del Ministro Clini? “Guai se non ci fossero visioni diverse nel mondo”, il commento dell’ex magistrato, come a voler dire: la questione può essere interpretata in diversi modi, e ognuno pensa ciò che vuole.

Il problema però, è che c’è davvero ben poco da valutare in questo caso. Le navi olandesi e quelle (forse) scandinave hanno prodotto, infatti, esclusivamente uno spreco di soldi, ma soprattutto di risorse, che a conti fatti altri stanno sfruttando al posto dei napoletani.

La prima nave salpata dal porto di Napoli lo scorso 9 gennaio, la “Nordstern”, aveva imbarcato, tanto per fare un esempio, 1804 tonnellate di immondizia, ovvero la quantità di rifiuti prodotti dalla sola città di Napoli in poco più di due giorni. Il viaggio olandese, c’è costato 109 euro per ogni tonnellata imbarcata e la traversata è durata ben 11 giorni. I numeri, più che eloquenti, danno da soli la dimensione del controsenso – per riprendere le parole di Clini – che ci troviamo di fronte.

Ecco, allora, che il caso delle navi olandesi si intreccia con il problema del termovalorizzatore, che dovrebbe nascere sul territorio campano, probabilmente a Napoli Est, o nell’hinterland della città. Il condizionale è quanto mai d’obbligo, dal momento che ancora non esistono notizie certe sul futuro della struttura. De Magistris, infatti, del termovalorizzatore non ne vuole proprio sapere. “L’importante – ha detto- è che il termovalorizzatore a Napoli non si faccia”. Tutto qui, senza troppe spiegazione né margini di dialogo.

Certo, è vero, un impianto del genere ha un impatto sul territorio, ma l’immondizia ammassata a terra per mesi interi, non ha forse provocato danni peggiori? E ancora: un termovalorizzatore efficiente, affiancato a quello di Acerra, non sarebbe uno strumento utile anche sotto il profilo occupazionale, riuscendo ad impiegare a tempo pieno un buon numero di lavoratori? Oltretutto, “se avessimo fatto gli impianti in Campania -ha aggiunto il ministro Clini, intervenuto proprio a Napoli ad un convengo – da oggi i campani potrebbero avere elettricità e calore. Ognuno tragga le sue conseguenze”.

Intanto, passano inesorabili i mesi che separano la Campania dalla decisione definitiva che la Commissione Europea dovrà adottare sull’emergenza rifiuti. La multa di 500.000 euro al giorno non è stata ancora scongiurata e l’appello di Clini è stato chiaro: “Dobbiamo uscire dalla crisi ormai più che decennale dei rifiuti perché con l’impegno preso a Bruxelles a gennaio abbiamo meno di cinque mesi per avere chiaro il percorso per far uscire la Campania dall’emergenza”. Per il momento, gli olandesi ringraziano e si fanno una bella doccia calda.