Clinton: “Nessuno sostiene gli Usa come Berlusconi”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Clinton: “Nessuno sostiene gli Usa come Berlusconi”

01 Dicembre 2010

“Non abbiamo amico migliore. Nessuno sostiene l’amministrazione americana con la stessa coerenza con la quale in questi anni Berlusconi ha sostenuto le amministrazioni Bush, Clinton e Obama”. Queste le parole che il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha rivolto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine di un colloquio durato più di mezz’ora a margine del vertice Osce in corso ad Astana, in Kazakistan. Sui contenuti del colloquio non è ancora trapelato nulla ma sembra fosse stato richiesto dalla Clinton ed è probabile che si siano affrontati temi della collaborazione tra Italia e Stati Uniti, soprattutto in seguito alle rivelazioni riportate da Wikileaks relative ai principali leader mondiali.

Parole molto positive – dunque – da parte del Segretario Usa, che di fatto chiudono la querelle innescata dall’organizzazione di Julian Assange. Ma Clinton non si è fermata lì. “Le amministrazioni americane, democratiche e repubblicane – ha aggiunto –  sanno che possono contare sul Primo Ministro per realizzare politiche che sostengono i valori che condividiamo”. Non solo, secondo Clinton Berlusconi “ha garantito in Afghanistan un sostegno generoso, ha lavorato in Europa con Sarkozy per la stabilizzazione della Georgia”.

Nessuna replica ufficiale, per il momento, è giunta dal Cav. che ha però auspicato un’intesa tra Osce, Alleanza atlantica e Paesi asiatici per contrastare le minacce globali. “Ci sono – ha affermato il premier – minacce esterne che travalicano i confini dei singoli Stati, che tutti conosciamo: il terrorismo, il crimine organizzato, gli attacchi informatici, la tratta degli essere umani, il traffico internazionale di droga”.

“Sono sfide globali – ha aggiunto – che sono molto insidiose in Asia e che trovano in Afghanistan un punto di origine pericoloso. È importante che ci sia collaborazione tra le diverse organizzazioni internazionali, soprattutto tra Osce e Alleanza Atlantica”. Quanto al contrasto del traffico di esseri umani , ha ricordato Silvio Berlusconi, “l’Italia ha promosso un coordinamento con le organizzazioni di altri Paesi” e contro “lo sfruttamento illegale di poveri immigrati” e c’è un progetto concreto da sostenere in sede Osce. Per il presidente del Consiglio, per l’Osce “c’è la possibilità di unire le forze con l’Unione Europea, gli Stati caucasici e dell’Asia centrale per arginare queste minacce” e su questo fronte bisogna proseguire nell’opera di un “dialogo crescente” da tradurre in progetti definiti.

“Dobbiamo rafforzare la capacità del presidente e del segretario dell’Osce di prendere decisioni e dobbiamo studiare meccanismi per rendere più efficace e rapida la risposta alle minacce e alle sfide alla nostra sicurezza e stabilità” ha concluso Berlusconi. “Dobbiamo creare missione di esperti che collaborino con la presidenza nelle aree di crisi. Dobbiamo risolvere i conflitti esistenti e prevenire i conflitti che potrebbero emergere attraverso un maggiore coordinamento tra le istituzioni e le 18 missioni dell’Osce che devono lavorare con le altre organizzazioni”.

Un rapido "risveglio" diplomatico, insomma, la giusta reazione dopo che Julian Assange aveva gettato una mina nel quadro dei rapporti fra gli Alleati atlantici. L’operazione fallita di WikiLeaks, dunque, riporta al centro della scena i professionisti della politica internazionale, con Berlusconi in prima linea.