Col pacchetto sviluppo del governo si torna finalmente alla politica

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Col pacchetto sviluppo del governo si torna finalmente alla politica

09 Febbraio 2011

“Oggi abbiamo avviato una nuova fase di lavoro per il rilancio della nostra economia.” Esordisce così, al margine del Consiglio dei Ministri di stamattina, il presidente Berlusconi. Finalmente torna la politica, dopo il triste pit-stop in procura dell’ultimo mese sulle presunte signorine di Arcore.

Annunciate da giorni, le misure di sviluppo e crescita sono state presentate oggi in conferenza stampa al margine del CdM, da tutti i ministri che contano: oltre a Berlusconi, c’erano il ministro dell’Economia Tremonti (partito anzitempo per testare la rete ferroviaria del Sud) oltre a Brunetta, Romani, Alfano, Calderoli, Matteoli e Fitto. Tutti i maggiorenti in prima fila, insomma.

Nel suo brevissimo intervento, Tremonti ha presentato il pacchetto di misure vincolandole all’Agenda Europea, tanto nello schema di lavoro, che nei tempi e nei modi previsti dall’accordo sottoscritto dall’Italia. Il titolare dell’Economia ha anche ricordato come tale piano di sviluppo sarà vincolato a metodi di lavoro concordati con il Fmi, l’Ocse e la Commissione europea.

Nel merito, le misure del governo abbracciano un significativo spettro di ambiti. Si parte dalle proposte di riforma costituzionale degli artt. 41, 97 e 118. Cost. Si tratta degli articoli della carta fondamentale che sanciscono i principi legati all’ iniziativa economica, alla pubblica amministrazione e alcune tra le attribuzioni di poteri amministrativi tra centro e periferia dello Stato.

Con la modifica dell’art. 41, in particolare, si dà via libera al principio “tutto ciò che non è vietato, è lecito” in materia economica. Intervenendo sul punto, un Berlusconi entusiasta ha affermato che, benché il testo di modifica licenziato dal CdM potrà essere oggetto di possibili modifiche in sede parlamentare, nella sua impostazione, i principi che saranno sanciti in materia di libertà economica non potranno essere vietati se non, ed esclusivamente se, in contrasto con altre norme “fondamentali” della costituzione italiana.  

Al termine della conferenza stampa, anche il ministro Maurizio Sacconi, ha affrontato alcuni temi.  Il titolare del Lavoro ha affermato che qualora la riforma dell’art.41 Cost. si dovesse effettivamente realizzare “come vogliamo noi, si tratterà di una riforma storica”.

Il ministro ha fatto notare che l’introduzione di controlli ex-post alla nascita di nuove imprese, così come annunciata dallo stesso Berlusconi, “è un passaggio ad un principio di antropologia positiva per cui ‘ mi fido di te, fino a prova contraria”.

E poi la riforma dell’art. 98 Cost., quello che affronta il ruolo della pubblica amministrazione e la sua funzione nella società. E’ il ministro Brunetta che ne presenta i punti salienti e che traccia la svolta culturale che vuole che “lo Stato sia a servizio dei cittadini, e non viceversa”.

Il titolare della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ha voluto scandire inoltre i quattro principi attorno ai quali il testo di riforma costituzionale ruoterà. D’ora in avanti lo Stato sarà chiamato a erogare servizi secondo quattro direttrici funzionali: capacità, merito, semplicità e trasparenza. “Le pubbliche funzioni saranno, d’ora in avanti, al servizio delle persone” ha chiosato il ministro.     

Sul fronte dello sviluppo economico, il ministro Romani ha rilanciato il piano di riordino degli incentivi, suddivisi d’ora in poi in automatici, a progetto e quelli per procedimenti di investimento superiori a 20 milioni di euro, con particolare attenzione all’imprenditoria femminile e giovanile.

Anche l’agenda digitale del governo riparte. Non solo verrà portato avanti il piano di recupero in termini di copertura di banda larga sul territorio nazionale nel confronto con i nostri principali partner europei, ma è stato anche varato il piano “100 megabyte” per un ammontare di risorse stanziate di 8 miliardi di euro, che potrebbero raddoppiare, se la copertura dovesse essere assicurata anche per l’anno 2012.

Romani ha tenuto a precisare l’importanza di quest’ultimo provvedimento, ricordando che per ogni euro investito in IT (information technology, ndr), il ritorno previsto sarà di 1,42 euro. Non solo: gli investimenti in banda larga daranno il via a 3000 cantieri i quali, si stima, creeranno 30.000 posti di lavoro nel periodo 2011-12.

Anche le infrastrutture stradali sono state al centro del rilancio del governo. Il ministro Matteoli ha rimandato al mittente le polemiche sull’implementazione dell’agenda infrastrutture. Certo, ha ricordato il ministro, “tutti vorremmo che le infrastrutture venissero fatte in fretta. Ma la verità è che tra il momento in cui si decide di fare un’infrastruttura e lo stanziamento delle risorse per farla, e la loro realizzazione, passano degli anni.”  

Matteoli ha inoltre rilanciato il piano di lavoro del tratto autostradale sulla Salerno – Reggio Calabria. Il cantiere procede su di un tratto di più di 200 km benché vi sia un tratto di 60km intorno a Cosenza che a oggi rappresenta un problema di realizzazione, sul quale il ministero sta lavorando.

Il titolare delle infrastrutture ha inoltre richiamato l’accordo firmato tra il suo dicastero e la Banca Europea degli Investimenti per un risorse pari a 15 miliardi in 10 anni.

Ma più di tutti, le novità arrivano in materia di giustizia. Perché se è vero quello che ricorda il capo di via Arenula, ovvero che “sugli italiani non grava solamente il debito pubblico, ma anche il debito giudiziario”, allora grandi cambiamenti urgono. “Esistono in Italia 6 milioni di procedimenti pendenti. E se è vero che ogni procedimento civile ha almeno due parti,” ha ricordato il ministro, “vuol dire che 12 milioni di italiani hanno chiesto giustizia allo Stato senza ottenere nulla in cambio”.  

Ancora non si parla di organica riforma della giustizia, ma alcuni piccoli grandi cambiamenti si intravedono. Innanzitutto Alfano ha presentato al CdM, il quale lo ha fatto proprio, un disegno di legge che sarà trasferito oggi alle Camere, con il quale si prevede che i vertici degli uffici giudiziari dovranno, all’inizio di ogni anno giudiziario, presentare programmi di smaltimento dei procedimenti pendenti.

Inoltre il ddl prevede che in appello o in Cassazione, le parti appongano un’istanza di prelievo, con la quale si possa ravvivare la volontà delle parti di giungere a un accordo, altrimenti secondo un termine da stabilire, la volontà delle parti si considererà estinta. In terzo luogo, il ddl prevede l’introduzione della motivazione breve.

Secondo il testo presentato dal CdM, molte delle lungaggini giudiziarie sono da rintracciarsi nella lentezza con cui il giudice procede all’emanazione delle motivazioni delle sentenze. Secondo il ddl, il giudice sarà chiamato a emanare una motivazione breve, tenendo conto dei fatti, dei principi di diritto e delle circostanze che hanno determinato la decisione. Niente più. Qualora una delle parti si dovesse ritenere insoddisfatta, potrà richiedere la motivazione in forma estesa.

Infine per i giovani, il ddl prevede che un giovane laureato in giurisprudenza possa effettuare tirocini della durata di un anno negli uffici giudiziari, che valgano nel cursus professionale come un anno di dottorato, oppure un anno di praticantato in uno studio legale o infine come un anno nel biennio della scuola di preparazione alla carriera in magistratura.

Il ministro Alfano ha sottolineato il diretto legame esistente tra la lentezza della giustizia e gli investimenti esteri. Il governo ha constatato che la politiche di smaltimento del processo civile iniziate dall’esecutivo nel 2009, hanno incominciato a dare buoni risultati, con un abbattimento del 4%. Nel 2010, infatti, il differenziale tra pendenze civili estinte e procedimenti istruiti è stato positivo dopo tanti anni. Il ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, si è soffermato sul Piano per il Sud al quale verranno destinato l’85 per cento delle risorse stanziate.

Inoltre sarà lanciata una maxi operazione di aggregazione delle leggi in testi unici e codici. Su quest’ultimo punto il premier Berlusconi ha messo la sua faccia, affermando la sua volontà di spendersi per l’introduzione di un codice fiscale unico. Nel complesso, ha ricordato il premier sollecitato da un giornalista, l’insieme delle misure avrà un impatto minimo previsto dell’1,5% sul Pil.