Colombia. Presidenziali: probabile ballottaggio tra Santos e Mockus

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Colombia. Presidenziali: probabile ballottaggio tra Santos e Mockus

30 Maggio 2010

Il conservatore Juan Manuel Santos e il ‘verde’ moderato Antanas Mockus sono i favoriti, tra i 9 candidati che si affrontano oggi al primo turno delle presidenziali in Colombia: con ogni probabilità si affronteranno in una sfida all’ultimo voto nel ballottaggio in programma fra venti giorni.

Entrambi 58enni e con il 35% delle preferenze degli elettori in tasca, Santos e Mockus sono i protagonisti di quelle che rappresentano le elezioni più incerte da molti anni nel paese di Gabriel Garcia Marquez. Voto che protebbe d’altra parte rivelarsi una svolta storica se a imporsi sarà Mockus, figlio di immigranti lituani, filosofo, matematico e leader del Partito Verde. Ma anche con un progetto economico nettamente neo-liberale, affermano i suoi critici.

L’ex sindaco (due mandati) di Bogotà deve vedersela con tutta l’esperienza politica di Santos, un economista appartenente ad una delle potenti famiglie colombiane da cui sono usciti tanti politici e giornalisti, che ha saputo calamitare la popolarità del conservatore Alvaro Uribe, del quale è stato fedele ministro della Difesa. In un modo o in un altro, il voto odierno in realtà si deciderà in gran parte a partire da domani, quando Santos e Mockus inizieranno a negoziare con gli altri candidati alleanze e appoggi in vista del difficile ballottaggio del 20 giugno. Una delle incognite di queste ore è quello dell’ assenteismo, che probabilmente sarà inferiore al tradizionale 55-60%.

Sono d’altra parte chiamati alle urne quasi 30 dei 43 milioni di abitanti, 20 milioni dei quali poveri (vivono con poco più di 100 euro al mese): dati preoccupanti, ma che nascondono un paese con importanti settori dell’economia dinamici e in netto miglioramento rispetto a qualche anno fa. Sia la campagna elettorale sia le elezioni si sono svolte in un clima di relativa tranquillità: dato non minore in un paese la cui storia è stata segnata da una lunga scia di sangue e pallottole.

Nelle ultime elezioni – per esempio nel 2002 e 2006, quando vinse Uribe – l’asse dei dibattiti erano infatti sempre stati il narcotraffico e la violenza, in particolare i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Sulla lotta alle Farc, e sulle strategie per liberare gli ostaggi che i guerriglieri nascondono nella selva, Santos promette di proseguire la lotta dura e senza concessioni degli ultimi anni, che ha di fatto messo in un angolo la guerriglia, anche se con strumenti e metodi molto discussi. Ma anche Mockus è a favore di una politica senza tentennamenti ed ha escluso ogni dialogo di pace o trattative con gli eredi di Manuel ‘Tirofijo’ Marulanda, fondatore nei primi anni ’60 delle Farc, morto nel 2008 a 60 anni. Le differenze tra Santos e Mockus sono evidenti invece su altri fronti: Santos rappresenta una perfetta continuità con il ‘super-conservatore’ Uribe, l’alleato chiave in America Latina di Washington, che ha installato in Colombia sette controverse basi militari.

Il centrista, ed eccentrico, Mockus è invece una sorta di ‘Obama colombiano’, ha scelto un girasole come simbolo della sua campagna elettorale ed è riuscito a sedurre soprattuto i giovani. È probabile che porti a casa il voto urbano, a cominciare dalla sua Bogotà, mentre Santos è favorito in molte aree fuori dalle grandi città.