Colombia, tra governo e Farc nuovo accordo di pace. Ma senza referendum

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Colombia, tra governo e Farc nuovo accordo di pace. Ma senza referendum

23 Novembre 2016

 Il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) firmeranno domani il nuovo accordo di pace, frutto dei negoziati rilanciati dopo il referendum che aveva bocciato la precedente intesa. La cerimonia per la firma dello storico accordo, che promette di porre fine a mezzo secolo di sanguinoso conflitto, è stata fissata  per le ore 11 locali, le 17 in Italia, al teatro Colon di Bogotà. L’intesa, che il presidente colombiano, fresco di Nobel per la pace, definisce “più forte” del precedente, sarà poi sottoposto al voto del Congresso, dove non dovrebbe trovare vera opposizione, dato che il governo detiene la maggioranza nell’assemblea.

“Abbiamo l’opportunità unica di chiudere questo penoso capitolo della nostro storia che ha afflitto con lutti e sofferenza milioni di colombiani per mezzo secolo”, ha detto il presidente durante un intervento trasmesso in televisione. Il governo ha diffuso il nuovo accordo di pace la scorsa settimana per costruire consenso attorno al documento dopo che la versione precedente era stata respinta dal voto popolare il 2 ottobre scorso perché ritenuto troppo favorevole ai ribelli.

La decisione di sottoporre il nuovo accordo al parlamento e di non indire un secondo referendum, tuttavia, sarà soggetta alle critiche dell’opposizione e in particolare dell’ex presidente Alvaro Uribe, che si schierò già contro il primo accordo e ne chiese una revisione sostanziale.

“Probabilmente questo nuovo accordo non soddisferà tutti, ma è ciò che accade agli accordi di pace. Ci sono sempre voci critiche: è comprensibile e lo rispettiamo”, ha detto Santos, 65 anni, aggiungendo che un nuovo plebiscito potrebbe dividere la nazione e mettere in pericolo la tregua.

Il nuovo testo, trecentodieci pagine, sembra apportare solo modifiche minime al documento originale, chiarificando per esempio i diritti circa la proprietà privata e entrando nel dettaglio del confinamento dei ribelli in aree rurali come pena per i crimini commessi durante la guerra.

Uribe vorrebbe che i ribelli fossero banditi dai pubblici uffici e che paghino i reati commessi con la prigione anziché con pene alternative. Mentre l’accordo di pace metterà fine all’insurrezione pluridecennale delle Farc, il paese rimarrà preda della violenza ascrivibile alle gang criminali dedite in particolare al traffico di droga.