Colombia. Trionfa il conservatore Santos, ma va al ballottaggio con Mockus

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Colombia. Trionfa il conservatore Santos, ma va al ballottaggio con Mockus

31 Maggio 2010

Dopo otto anni di presidenza del conservatore Alvaro Uribe, la Colombia sceglie la continuità e respinge cambiamenti o svolte incerte. Juan Manuel Santos, "erede" del capo dello stato uscente, ha vinto a mani basse nel primo turno ieri delle presidenziali, umiliando il "verde" moderato Antanas Mockus. Per conoscere il nome del prossimo presidente bisognerà comunque attendere il ballottaggio in programma il 20 giugno.

Appena diffusi i risultati shock di ieri, Santos ha iniziato a parlare e a muoversi da presidente, mentre Mockus dovrà in questi giorni affrontare una missione quasi impossibile, e cioè cercare alleati su tutti i fronti, nell’improbabile tentativo di battere il rivale al ‘balotaje’ tra una ventina di giorni. Il candidato del Partido de la Ue ha avuto una valanga di voti, quasi sette milioni, pari al 47%, Mockus non ha superato i 3,1 milioni (22%): "l’ondata verde" che l’ex sindaco di Bogotà aveva promesso ai suoi sostenitori, soprattutto giovani, è rimasta solo un sogno.

Quello di ieri è stato in altre parole un risultato a sorpresa, visto che per giorni e giorni Santos e Mockus erano di fatto appaiati, con il 35% delle preferenze, secondo quanto affermavano gli istituti di sondaggio, oggi al centro delle critiche e delle ironie dei colombiani. Il paese ha in altre parole scelto l’esperienza e le politiche portate avanti dal "successore" designato di Uribe, soprattutto nel campo dell’economia e della sicurezza, visto che Santos è stato ministro sia del commercio e delle finanze sia, questi ultimi anni, della difesa. Proprio da quest’ultimo dicastero, ha guidato una lotta senza tregua – anche se molto criticata per i metodi impiegati – contro la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia.

La coppia Uribe-Santos ha tra l’altro portato a termine con successo prima "l’operazione scacco", nella quale l’esercito ha liberato una serie di ostaggi tra i quali Ingrid Betancourt, poi "l’operazione fenix", che ha portato all’ uccisione del leader guerrigliero Raul Reyes.

Nell’apertura del discorso con il quale in nottata ha salutato i suoi simpatizzanti in un albergo a Bogotà, Santos ha anzitutto "ringraziato Dio". Subito dopo ha dedicato la sua vittoria a Uribe, il grande alleato di Washington nell’America Latina. L’ex ministro ha quindi rivolto un "appello all’unità nazionale", invitando i colombiani "di tutti gli schieramenti a unirsi alle nostre proposte": strizzando così l’occhio a Noemì Sanin, candidata del Partido Conservador, German Vargas (Cambio Radical, destra) e Rafael Pardo (Partido Liberal, centro-destra), in vista del ballottaggio: anche se il vincitore di ieri ha in realtà un margine tale che può quasi guardare all’appuntamento del 20 giugno senza fare grandi alleanze.

La sconfitta di Sanin e Pardo segna d’altra parte un risultato storico di queste elezioni, e cioè il crollo dei partiti Conservador e Liberal, i due schieramenti tradizionali e storici della Colombia: per mezzo secolo si sono divisi il potere, oggi raccolgono, insieme, appena il 10%.