Come hanno fatto 500 talebani a evadere dal carcere di Kandahar
28 Aprile 2011
Strisciando in un tunnel lungo più di trecento metri. Si è conclusa così la maxi-evasione dal carcere di Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. Dopo aver scavato la galleria, i talebani hanno fatto fuggire 541 detenuti, tra cui moltissimi guerriglieri e alcuni dei loro capi. La notizia è stata confermata lunedì dal portavoce del governatore provinciale, Zalmay Ayoui. La galleria era stata scavata dagli studenti coranici "con cinque mesi di lavoro e passa sotto ai posti di blocco dell’esercito e alla principale strada per Kabul", hanno fatto sapere i talebani in un comunicato con cui sbandieravano il loro successo.
L’evasione è durata quattro ore e mezzo. Ad attendere gli evasi c’erano alcuni mezzi che "li hanno trasferiti in località sicure". Nel 2008 c’era già stata una grande evasione dal carcere dell’ex roccaforte dei talebani: in quel caso i guerriglieri avevano fatto saltare in aria il cancello del penitenziario, permettendo la fuga di un migliaio di detenuti da quello che dovrebbe essere il carcere più sicuro del Paese. Intanto almeno 65 dei fuggitivi sono stati arrestati dalla forze di sicurezza.
L’evasione avviene a pochi mesi dal graduale passaggio della responsabilità della sicurezza alle forze afghane che dovrebbe essere completato nel 2014. La "afghanizzazione" del conflitto è uno dei pilastri della strategia del Generale Petraeus (fresco di nomina a capo della Cia). La sua dottrina contro-insurrezionale ha portato a un miglioramento della situazione specie grazie alle offensive nell’Helmand e a Kandahar che hanno strappato ai talebani molti territori tradizionalmente controllati dagli insorti e di valore strategico per la presenza delle maggiori coltivazioni di oppio.
La fuga di massa dimostra che il passaggio delle gestione della sicurezza alle forze locali è stato troppo rapido. Ma il tempo stringe perché il presidente Obama vuole riportare a casa gran parte deii soldati in tempo utile per le elezioni presidenziali del prossimo anno. E dietro la scarsa efficienza delle forze di sicurezza afghane non ci sono solo motivi legati alla politica interna americana. Le reclute vivono in una zona dove la presenza degli studenti coranici è ancora forte. Moltissimi vengono minacciati o più semplicemente sono legati alle tribù locali che appoggiano i talebani nel combattere le forze armate straniere. Gli insuccessi della strategia americana sono confermati dagli ultimi attacchi dei talebani che, ormai con una frequenza che inizia ad essere preoccupante, utilizzano infiltrati nelle forze di sicurezza. A fare nove vittime nell’attentato all’aeroporto di Kabul è stato un pilota delle milizie locali che ha aperto il fuoco contro un gruppo di soldati della Nato.
Il pericolo di infiltrazioni è ormai un problema noto. Sempre a Kandahar, dieci giorni fa, la polizia ha arrestato un afgano e un pachistano, trovati in possesso di sei uniformi dell’Isaf e di sei giubbotti esplosivi di quelli utilizzati dai kamikaze talebani. La notizia è stata riferita da Abdul Razaq, il comandante della Polizia di frontiera della provincia di Kandahar. L’arresto è avvenuto nel distretto di Spin Boldak. "Informazioni preliminari riguardanti questa operazione – ha dichiarato Razaq – indicano che i due volevano utilizzare questo materiale per un attacco suicida a Tarinkot", capoluogo della provincia meridionale di Uruzgan. Una vicenda che preoccupa gli analisti, per i quali i talebani organizzerebbero i loro attacchi facendo largo uso di uniformi della polizia, dell’esercito afghano e dell’Isaf, così da superare più agevolmente i controlli.
Sussiste dunque il pericolo – segnalato dai vertici militari afghani e da quelli della Coalizione internazionale – che nei mesi scorsi i talebani si siano infiltrati nei ranghi di esercito e polizia, in attesa di mettere in atto i prossimi attentati. Tornando alla fuga da super-carcere c’è da dire che, come spesso accade i talebani, ingigantiscono i loro successi per fare propaganda. Secondo le prime indagini della Cia i detenuti scappati non sarebbero 500 e, secondo fonti giornalistiche americane, solo una parte di questi sarebbero combattenti talebani.