Come tagliare le tasse dello zero virgola e brindare al disastro
05 Gennaio 2017
Solo il Pd e i suoi alleati hanno ancora la faccia tosta di ripetere che le tasse in Italia scendono. Ieri infatti, dopo l’ultima infornata di altalenanti dati Istat, dai parlamentari della maggioranza abbiamo sentito ripetere la solita storiella: la pressione fiscale si riduce, “potevamo fare meglio ma intanto abbiamo raggiunto questo importante risultato”, e ovviamente, scusate se è poco, l’immancabile “conferma che le riforme servono”. Addirittura tra i senatori democratici qualcuno ha decretato che “tagliare le tasse è di sinistra”.
Ma visto che in giro c’è tutta questa frizzante soddisfazione di inizio anno, vediamoli da vicino, gli ultimi dati Istat. Secondo l’istituto nazionale di statistica, nel terzo trimestre del 2016, la pressione fiscale è calata al 40,8% del Pil, cifra che piddini e alleati stanno sventolando come il non plus ultra della loro superba azione di governo. Ebbene, qual è stata la riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente? -0,2 punti percentuali. Capito? Le tasse sono diminuite dello zero virgola. Come non definire “incoraggiante” questo dato?!?! Lo zero virgola… Ma non finisce qui.
Non solo la riduzione del fisco in Italia verrebbe stracciata in una gara con la più lenta tra le tartarughe, ma prepariamoci a una cura fiscale lacrime e sangue. Il Centro Studi di Unimpresa stima in 75 miliardi di euro la stangata fiscale in arrivo nel prossimo triennio 2016-2019, quando la pressione del fisco toccherà 42,2%, quasi due punti in più rispetto a oggi. Secondo il Centro studi della associazione, nei prossimi tre anni le tasse cresceranno costantemente, passando dai 493 miliardi del 2016 ai 505 miliardi del 2017, ai 518 miliardi del 2018 e ai 530 miliardi del 2019. Al primo posto l’IVA, ma anche le imposte indirette e i contributi sociali e previdenziali.
Ai dati di Unimpresa si aggiungano quelli sulle modeste attese della crescita economica a breve termine, e soprattutto il debito pubblico, che continua a salire inesorabile, siamo a 2.223 miliardi di euro, e non poteva essere altrimenti dopo le allegre manovre in deficit del Governo Renzi. Per non dire delle bugie su Mps, il salvataggio della banca che ancora esattamente non sappiamo quanto verrà a costarci. Del resto la prova del nove per capire se le tasse scendono è data dalle entrate complessive dello Stato; se queste si riducono, anche a fronte di un recupero della evasione (che grossomodo però è rimasto più o meno lo stesso), allora vuol dire che i cittadini vengono spremuti meno; se le entrate salgono, vengono spremuti di più. Beh, secondo Unimpresa, nel prossimo triennio, le entrate generali dello Stato sfonderanno il muro degli 800 miliardi.
L’analisi dell’associazione è stata realizzata sulla base dei dati forniti dal ministero dell’Economia. Viene da chiedersi se alle stesse informazioni abbiano accesso anche i parlamentari del Partito democratico e i loro alleati, che oggi festeggiano la riduzione delle zero virgola del fisco ma, sollevando l’amaro calice, non sembrano minimamente rendersi conto del disastro che si lasceranno presto alle spalle.